Editoriale di Liliana Gorini, Presidente MoviSol

Sarà il caldo esagerato di questi giorni, ma lo stato di salute mentale di Renzi desta sempre più preoccupazione. Questa settimana ha dichiarato “ora che abbiamo salvato la Grecia, si tratta di salvare l’Europa”. Salvato la Grecia? Le hanno dato il colpo di grazia, imponendo misure di austerità draconiane che non faranno che peggiorare la situazione ed aumentare l’indebitamento. Inoltre si è convinto di esser stato determinante. Lo ha detto, chiedendo scusa per il suo ritardo a una conferenza in Etiopia, nel suo inglese maccheronico “scusate il ritardo, ma abbiamo passato la notte a salvare la Grecia”. Siamo al delirio di onnipotenza. E’ davvero convinto che la terapia d’urto a cui sta sottoponendo il nostro Paese, e che ora lui e la Merkel sono riusciti a imporre anche al governo greco, che finora l’aveva respinta, migliorerà la nostra situazione economica?

I dati economici dimostrano il contrario, e lo dimostra anche il rapporto del Fondo Monetario Internazionale, prima insabbiato e poi fatto trapelare alla stampa, da cui risulta non solo che i memorandum della Troika degli ultimi cinque anni hanno peggiorato la situazione greca e l’indebitamento, invece di migliorarlo, ma anche che a questo punto l’indebitamento è “insostenibile” e costituisce il 210% del PIL ellenico. Perfino Draghi e Christine Lagarde devono ammettere che una riduzione del debito, la proposta iniziale del governo Tsipras, respinta da Merkel e Schaeuble, è l’unica strada da seguire. E anche Romano Prodi, anche se con sei mesi di ritardo rispetto al nostro sito (vedi) ricorda che nel 1953 fu dimezzato il debito tedesco, rendendo possibile la ripresa dell’economia in Germania, e che oggi è necessaria “la stessa magnanimità”.

Ma non per Renzi. Renzi continua ad essere convinto che Tsipras abbia sbagliato a indire il referendum, e che la democrazia sia un’inutile perdita di tempo. Per lui servono solo “le riforme”, il mantra della Troika anche in Grecia: privatizzazioni, liberalizzazioni, tagli alle pensioni. A quanto pare, soffre anche della sindrome di Stoccolma, e si identifica col carnefice (la Merkel) invece che con la vittima (la Grecia). Se si aggiunge l’ipertrofia dell’Io e il narcisismo, in cui imita il Presidente Obama, il quadro clinico è veramente preoccupante.

Invece di guardarsi allo specchio in continuazione, Renzi farebbe bene a dare uno sguardo allo stato del nostro Paese e dei nostri cittadini: imprese che chiudono, imprenditori che si suicidano, scuole e infrastrutture allo sfascio, episodi indegni di violenza e razzismo come quello di Roma.

In questo quadro drammatico si apre uno spiraglio di speranza, per la Grecia ed anche per il nostro paese: la campagna di MoviSol per far approvare al più presto la legge Glass-Steagall al Congresso USA. Abbiamo fatto pervenire al Senato numerose lettere di sostegno al disegno di legge presentato da 4 senatori americani, prima tra tutti la Sen. Elizabeth Warren, che ha risposto alla nostra lettera (vedi) ringraziandoci “dell’interesse e del sostegno”. Si è aggiunto un quinto firmatario, il gettonatissimo candidato alla Presidenza Bernie Sanders, che insieme all’ex governatore del Maryland Martin O’Malley ha fatto della separazione bancaria il cavallo di battaglia della sua campagna.

Il nostro leader del LaRouchePAC Daniel Burke ha costretto anche Hillary Clinton a venire allo scoperto su questa questione, chiedendole durante una conferenza se sosterrà il ripristino della legge Glass-Steagall. È stato allontanato dalla sala, e intervistato da tutti i media presenti, e il giorno dopo la questione era su tutta la stampa americana, al punto che ha dovuto prendere posizione anche Obama, dicendosi “contrario” (non ci stupisce, fin dalla sua prima amministrazione si è schierato con Wall Street, e il principale finanziatore della sua campagna, e di quella di Hillary Clinton, è il megaspeculatore George Soros).

Perché è tanto cruciale Glass-Steagall per la Grecia? Perché il taglio del debito necessario sarà possibile solo nel contesto della netta separazione tra banche ordinarie e banche d’affari, che esisteva nel 1953, quando fu tagliato il debito tedesco, ma fu abrogata nel 1999. Oggi i greci, e non solo i greci, anche gli italiani, non stanno pagando il loro debito, stanno pagando l’esposizione in derivati di Deutsche Bank ed altre banche speculative. Ed è questo il motivo per cui la Merkel si oppone così strenuamente alla riduzione del debito. Mandiamo in bancarotta Deutsche Bank e la Merkel con Glass-Steagall, a quel punto la Grecia potrà tornare a respirare. E anche il nostro paese potrà tornare ad investire nell’economia reale, invece di accettare sacrifici inutili.