22 luglio 2009 – Alcuni degli atti recentemente declassificati della Commissione d’Indagine sugli attentati dell’11 settembre negli USA forniscono ulteriori prove del ruolo diretto svolto dai servizi d’intelligence dell’Arabia Saudita. Un documento in particolare, un “Memorandum agli Atti” datato il 23 aprile 2004, conferma che un noto ufficiale d’intelligence saudita, Omar al-Bayoumi, lavorava in stretta collaborazione con due dei dirottatori sulla costa ovest degli Stati Uniti, Nawaf al-Hazmi and Khalid al-Mihdhar.

Il documento rappresenta la sintesi di un colloquio che i due membri dello staff della Commissione, Quinn John Tamm Jr. and Dietrich Snell, ebbero con una fonte riservata che agiva come informatore dell’FBI nella zona di San Diego. La fonte aveva affittato una camera della propria casa ai due dirottatori per buona parte del 2000. Durante il colloquio, l’informatore confermò la relazione tra al-Bayoumi e i due terroristi.

Assente dal documento è un dato molto interessante però, che si trova in altri documenti della Commissione d’Indagine sull’11 settembre e anche in un sommario di 28 pagine tenuto dall’Amministrazione Bush, riguardante il ruolo di al-Bayoumi e Osama Basnan (un altro funzionario dell’intelligence saudita) nel finanziare i due dirottatori. Si tratta del fatto che il Principe Bandar bin-Sultan, l’allora ambasciatore saudita negli Stati Uniti, insieme alla consorte Principessa Haifa, pagò tra i 50.000 e i 72.000 dollari ad al-Bayoumi, che poi girò una parte del contributo ad al-Hazmi e al-Mihdhar, per coprire le loro spese d’affitto e la frequenza alla scuola di volo prima degli attentati. Si noti che la Principessa Haifa è sorella del Principe Turki bin-Faisal, capo dell’intelligence saudita al momento degli attentati, che si dimise improvvisamente subito dopo.

Il fatto che due dirottatori vivessero in casa di un informatore dell’FBI, che aveva persino informato l’ente della loro presenza, rappresenta un’ulteriore, scottante rivelazione su aspetti insabbiati dell’ 11 settembre. L’allora direttore dell’FBI Louis Freeh ora rappresenta il Principe Bandar nel caso delle tangenti BAE (il contratto Al Yamamah), che ha dirette implicazioni sull’indagine per individuare i veri responsabili degli attentati dell’11 settembre. Una fonte altolocata dell’intelligence USA ha affermato che una parte dei contanti dati da Bandar e Haifa ai due ufficiali d’intelligence saudita al-Bayoumi e Basnan è venuta verosimilmente dalle tangenti BAE, che furono trasferite al conto diplomatico di Bandar alla Riggs National Bank di Washington.

Le nuove rivelazioni sul ruolo saudito negli attentati dell’11 settembre danno ancora più rilevanza alle notizie riportate dal Sunday Times di Londra il 6 giugno, secondo cui il capo del Mossad Meir Dagan avrebbe recentemente informato il Primo Ministro Netanyahu che l’Arabia Saudita non si opporrebbe ad un attacco israeliano all’Iran. Inoltre, il Times cita una fonte israeliana riservata secondo cui i sauditi permetterebbero ai caccia israeliani di sorvolare il territorio saudita per eventuali raid contro i cosiddetti siti nucleari in Iran. Durante una recente conferenza a Washington, D.C., Lyndon LaRouche ha indicato l’Israele e l’Arabia Saudita come due perni del controllo imperiale britannico nell’intera regione, che ancora viene esercitato secondo i termini dell’accordo Sykes-Picot.