Proseguono le stragi di palestinesi a Gaza mentre il Congresso degli Stati Uniti ha votato per un altro pacchetto di aiuti da 15 miliardi di dollari a favore di Israele, ma nei campus universitari degli Stati Uniti, dall’Atlantico al Pacifico, sono scoppiate proteste che hanno reso incandescenti i telefoni del governo, i cui funzionari hanno ordinato una dura repressione dei manifestanti. Questi chiedono un immediato cessate il fuoco a Gaza, aiuti umanitari per la popolazione palestinese che rischia di morire di fame a causa del blocco israeliano, la creazione di uno Stato palestinese indipendente e la fine dei rapporti finanziari tra le loro università e il governo, le forze armate e le aziende israeliane.
Per pubblicizzare e organizzare il sostegno a queste richieste, studenti e docenti hanno allestito tendopoli in più di 75 università. Benché le proteste siano in gran parte pacifiche, a parte alcuni provocatori “filo-Israele”, ci sono stati più di 800 arresti, l’espulsione da scuola di alcuni leader della protesta e delle organizzazioni studentesche, oltre ad alcuni interventi pesanti della polizia.
La protesta dei giovani nei campus ha suscitato proposte da parte di alcuni politici di censurare e sorvegliare gli studenti, nonché arresti di massa e persino deportazioni di manifestanti stranieri. La cosa più scandalosa è l’etichetta di “antisemiti” affibbiata ai dimostranti, anche nel caso di studenti ebrei appartenenti a organizzazioni come Jewish Voices for Peace. A lanciare l’accusa è lo stesso Netanyahu, che in un video afferma che le scene nei campus ricordano la Germania nazista e invita il governo USA a porre fine alle manifestazioni! Anche Biden e diversi falchi di entrambi i partiti hanno rilanciato l’accusa di antisemitismo.
Il presidente della Camera Mike Johnson, che ha fatto approvare la legge supplementare di Biden sulla guerra e che da tempo è uno dei principali difensori degli aiuti statunitensi a Israele, si è presentato nel campus della Columbia University, che era uno dei centri della protesta, e ha chiesto la repressione di quello che ha descritto come un “movimento filo-Hamas”. Gli hanno fatto eco senatori repubblicani come Tom Cotton, che ha definito le proteste “pogrom nascenti”, e Ted Cruz, che ha affermato – senza alcuna prova – che i manifestanti dimostravano “odio per gli studenti ebrei” e avrebbero dovuto essere espulsi e arrestati. Altri hanno detto di intravedere il “lungo braccio” di Vladimir Putin o del Partito Comunista Cinese…
Questa aspirante Gestapo e “polizia del pensiero” ha proposto una nuova legge per imporre “il monitoraggio dell’antisemitismo” in tutti i campus, per lo spionaggio di studenti e docenti, nonché il taglio dei finanziamenti pubblici per qualsiasi istituzione che rifiuti di adeguarsi.
Questi sforzi isterici per reprimere il dissenso contro il genocidio a Gaza sono, secondo Ray McGovern, cofondatore del Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS), un segno di panico assoluto tra i falchi dell’establishment. Parlando all’incontro settimanale del “Progetto Manhattan” dell’Organizzazione LaRouche, McGovern si è detto felice al vedere i giovani impegnati in una “rivoluzione dell’I-Phone”, il che significa che ora, grazie ai social media, “nulla rimarrà nascosto”.