La visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken (foto) a Pechino, dal 23 al 26 aprile, faceva parte degli scambi ad alto livello decisi dai Presidenti Xi e Biden lo scorso novembre al vertice di San Francisco. Lo scopo principale era quello di mantenere in equilibrio le importantissime relazioni tra Stati Uniti e Cina.
Il compito assegnato a Blinken era lo stesso assegnato al Segretario al Tesoro Janet Yellen per la sua lunga visita in Cina il mese scorso e lei ha ammesso di non essere riuscita a portarlo a termine. Nemmeno Blinken ci è riuscito. Sebbene avesse fatto le solite “promesse” di non sostenere l’indipendenza di Taiwan, di non parlare di “decoupling” e di non usare toni da guerra fredda, ha iniziato a lamentarsi della presunta “sovraccapacità” della Cina, avvertendo Pechino di ridurre gli scambi ad alta tecnologia con la Russia.
I padroni di casa erano pronti a questo attacco e hanno risposto diplomaticamente, ma con fermezza. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha accusato Washington di aver adottato “misure infinite per sopprimere l’economia, il commercio, la scienza e la tecnologia della Cina”. Tali misure, ha sottolineato, “non sono una concorrenza leale, ma un contenimento, e non eliminano i rischi, ma li creano”.
Il 26 aprile, Blinken ha anche incontrato il Presidente Xi in un contesto formale. “Cina e Stati Uniti dovrebbero essere partner piuttosto che rivali”, ha detto Xi, “aiutarsi reciprocamente ad avere successo piuttosto che ferirsi a vicenda; cercare un terreno comune e mettere da parte le differenze, piuttosto che impegnarsi in una competizione feroce; onorare le parole con le azioni piuttosto che dire una cosa ma farne un’altra”. Per quanto riguarda le lamentele di Washington sul commercio tra Cina e Russia, Xi vi ha fatto riferimento indirettamente, secondo il Global Times, affermando che la Cina è impegnata a non allearsi e gli Stati Uniti non dovrebbero creare piccoli blocchi, aggiungendo che ogni parte può avere i suoi amici e partner, ma non dovrebbe prendere di mira, danneggiare l’altra o opporsi ad essa.
Benché le due parti abbiano concordato di continuare le visite ad alto livello e di lavorare insieme sull’IA e sull’aumento degli scambi interpersonali, è improbabile che Blinken abbia realmente compreso la posizione elaborata dalle sue controparti cinesi. Nella sua conferenza stampa e nelle osservazioni ai giornalisti, ha indicato che gli Stati Uniti procederanno con ulteriori restrizioni sulle banche cinesi se la Cina non ridurrà gli scambi con la Russia, cosa quasi impensabile nelle condizioni attuali.
Tuttavia, se Washington dovesse effettivamente imporre ulteriori sanzioni alle banche cinesi, ciò potrebbe comportare un grave collasso, non dell’economia cinese, ma del sistema bancario di New York-Londra. Senza dubbio, inoltre, aumenterebbe il ritmo del processo di creazione di nuovi accordi finanziari indipendenti dal sistema basato sul dollaro, che la Cina, la Russia e la maggior parte del Sud globale stanno creando, data la natura decisamente ostile dell’“Occidente” nei confronti del loro sviluppo.