Nell’incontro di più alto livello con funzionari statunitensi da mesi, il consigliere di Stato cinese Wang Yi (foto) ha conferito con il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan, il 10 e 11 maggio a Vienna, per dieci ore di colloqui. Tra le questioni cruciali sollevate figuravano Taiwan e l’Ucraina. Questo viene interpretato come un segnale di riapertura dei canali di comunicazione, dopo l’abbattimento di un pallone meteorologico cinese che aveva sorvolato il territorio statunitense all’inizio di febbraio.
La dichiarazione della Casa Bianca sugli incontri nella capitale austriaca rileva che “le due parti hanno condotto discussioni sincere, sostanziali e costruttive su questioni chiave…”. In maniera piuttosto insolita, il comunicato cinese utilizza gli stessi aggettivi per descrivere i colloqui.
Secondo un funzionario cinese di alto livello, citato dal Global Times del 12 maggio, Wang Yi ha illustrato in modo esauriente la posizione di Pechino sulla questione di Taiwan, sottolineando che essa è al centro degli interessi fondamentali della Cina, alla base delle fondamenta politiche dei rapporti tra Cina e Stati Uniti e la prima “linea rossa” che non deve essere oltrepassata. Gli Stati Uniti hanno confermato che la politica di Washington di “una sola Cina” non è cambiata e che gli USA non sostengono “l’indipendenza di Taiwan”, “due Cine” o “una Cina, una Taiwan”.
Quanto all’Ucraina, Wang ha sottolineato che la Cina non è parte in causa nella crisi, sta promuovendo attivamente i colloqui di pace e ha esortato tutte le parti a non gettare benzina sul fuoco. Il comunicato degli Stati Uniti menziona solo che si è discusso della crisi ucraina.
Il Ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha affermato che il suo governo ha facilitato l’incontro Sullivan-Wang Yi, affermando che “Vienna continuerà ad essere disponibile come luogo di dialogo per incontri di questo tipo anche in futuro”. Qualunque siano le motivazioni dell’Amministrazione Biden, si può tranquillamente affermare che il dialogo è meglio di una rottura totale dei rapporti diplomatici, come invece sta avvenendo con la Russia. Forse Washington si renderà conto che non è saggio scontrarsi direttamente con la seconda economia mondiale (e la più produttiva) su tutti i fronti contemporaneamente, soprattutto quando il mondo non occidentale sta raccogliendo grandi benefici dalla politica economica e commerciale della Cina.