Mentre è in corso un’intensa attività diplomatica a favore di una soluzione negoziata della guerra in Ucraina, gli oltranzisti in Occidente, guidati dai britannici, e la cerchia ristretta del presidente Zelensky si danno da fare per sabotarla. Tra le iniziative di pace, il presidente brasiliano Lula da Silva ha cominciato a costruire il “club della pace” a partire dal vertice del G7 di Hiroshima, al quale ha partecipato come ospite. A margine degli incontri, ha incontrato il Primo Ministro indiano Narendra Modi e, al ritorno il 24 maggio, ha parlato telefonicamente con il Presidente cinese Xi. Due giorni dopo ha parlato con il Presidente russo Putin, alla ricerca di una soluzione pacifica per l’Ucraina e sulle prospettive dei BRICS, di cui tutti e quattro i paesi sono membri.
Al contempo, l’inviato speciale della Cina Li Hui si trovava in Europa per sondare i vari leader in merito alla proposta di pace cinese. Il suo viaggio lo ha portato a Kiev, Varsavia, Parigi, Berlino, Bruxelles e poi Mosca. Il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell (foto) si è rifiutato di riceverlo, delegando il suo vicesegretario generale per gli Affari politici Enrique Mora, che si è trincerato dietro la “piena responsabilità della Russia per l’aggressione non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina”.
Quanto al governo ucraino, il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale Mykhailo Podolyak è intervenuto alla TV il 26 maggio per respingere tutte le iniziative di pace, menzionando esplicitamente quelle di Cina, Brasile, sei nazioni africane e quella del Vaticano. Riconoscendo che “tutti parlano di pace”, ha sostenuto che coloro che chiedono un compromesso stanno “facendo gli interessi della Russia”. Ha definito la proposta della Cina “assurda” e un “piano di capitolazione”. Solo due cose contano, ha detto: “forniture rapide di armi” e “un’adesione di base alla NATO… Il resto sono solo chiacchiere su cose astratte”.
Chi prende davvero le decisioni, ovviamente, non è Kiev, bensì sono Londra e Washington, che non hanno intenzione di appoggiare proposte di pace in questo momento. Lo hanno detto chiaramente due esponenti della sedicente élite britannica, non più ufficialmente al potere, ma molto attivi: l’ex Primo Ministro Boris Johnson e l’ex capo del controspionaggio (MI6) Sir Richard Dearlove.
Johnson è stato a Dallas, in Texas, la scorsa settimana per cercare di convincere i politici repubblicani a continuare a sostenere l’Ucraina nonostante la crescente opposizione al finanziamento dello sforzo bellico all’interno del partito. È stato presentato come “l’architetto della politica occidentale” sull’Ucraina.
Sir Richard Dearlove, in un discorso pronunciato la scorsa settimana alla conferenza dei Conservatori Nazionalisti del Regno Unito, ha dichiarato apertamente che la Gran Bretagna ha bisogno della guerra, sia essa fredda o calda, per mantenere la propria identità (“Senza la minaccia essenziale al nostro stile di vita che è stata una caratteristica costante della Guerra Fredda, abbiamo perso la coesione e la motivazione, e soprattutto la fiducia in noi stessi”). Quindi ha denunciato le proposte della Cina per cercare un accordo in Ucraina e ha chiesto un “cambiamento rivoluzionario” in Russia…