Il presidente francese Macron ha convocato il 22 e 23 giugno a Parigi quaranta capi di Stato e di governo, leader delle principali organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie, nonché vari amministratori delegati e investitori privati, per un vertice dedicato al lancio di un “nuovo patto di finanziamento globale”. Gli obiettivi ufficiali del vertice erano la “riforma del sistema finanziario internazionale, la creazione di una partnership finanziaria più equilibrata tra Sud e Nord”, la riduzione del sovraindebitamento dei Paesi poveri, ecc.
Tutto ciò suona bene, se non fosse che l’attenzione si è concentrata esclusivamente sulla “finanza per il clima” e, anche in questo caso, i risultati sono stati modesti. I rappresentanti del sistema transatlantico hanno offerto qualche briciola ai paesi poveri per gli investimenti “verdi” e la lotta al cambiamento climatico, ma non c’è stata alcuna riduzione o alleggerimento del debito, solo una ristrutturazione per lo Zambia, elaborata a margine. Tuttavia, il solo fatto che il vertice sia stato convocato riflette la crescente consapevolezza che “l’Occidente”, con la sua politica di sanzioni selettive, le condizioni imposte dal Fondo Monetario Internazionale e il trattamento brutale dei migranti, sta perdendo il Sud globale e deve cercare di attirare quei paesi.
Per Macron, le cui manie di grandezza sono ben note, si è trattato anche di un tentativo di farsi invitare al vertice di agosto dei capi di Stato dei BRICS in Sudafrica – al fine di dividere meglio il gruppo e impedirne il sostegno a un reale sviluppo economico e all’uso di valute alternative per il commercio interanzionale. All’evento di Parigi hanno partecipato quattro dei cinque membri dei BRICS: Il primo ministro cinese Li Qiang, il suo omologo indiano Narendra Modi, nonché il presidente del Sudafrica Ramaphosa e il presidente del Brasile Lula. In un’intervista rilasciata a France-Info il 22 giugno, Macron ha affermato che “questo vertice dimostra l’isolamento della Russia”, che starebbe violando il diritto internazionale e destabilizzando l’Africa. La sua manovra, tuttavia, è destinata a fallire.