La decisione del Cancelliere Olaf Scholz di recarsi a Pechino il 4 novembre è stata assunta nonostante la feroce opposizione dei Verdi, suoi partner nella coalizione, a livello nazionale, e di molte voci internazionali, tra cui il Consiglio Atlantico.
Alla vigilia della visita, lo stesso Scholz ha scritto un articolo sul Frankfurter Allgemeine Zeitung, in cui sottolineava l’intenzione di “migliorare i rapporti” con la Cina, invece che intensificare l’escalation, di collaborare con Pechino alla ricerca di soluzioni alle numerose sfide globali (fame, cambiamento climatico, punti caldi della crisi) e di sviluppare la cooperazione economica bilaterale. “Non vogliamo sganciarci dalla Cina”, ha dichiarato.
Stando a quanto riferisce la China Central Television, Xi Jinping ha accolto con favore la visita e ha dichiarato al leader tedesco di essere fiducioso che questa “rafforzerà la comprensione e la fiducia reciproca tra i due Paesi, approfondirà la cooperazione pratica in diversi settori e delineerà piani per l’ulteriore sviluppo dei rapporti tra Cina e Germania”. Benché la situazione globale “sia complessa e volatile”, ha osservato che “essendo potenze influenti, Cina e Germania devono lavorare insieme in un ambiente instabile e nel caos per dare un maggiore contributo alla pace e allo sviluppo mondiale”. Ha inoltre ricordato che quest’anno ricorre il 50° anniversario dall’inizio dei rapporti diplomatici tra i due Paesi.
Oltre ai temi citati, Scholz ha esortato Xi a sfruttare il proprio ruolo nel gruppo dei Cinque Paesi Membri Permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e i canali di comunicazione di Pechino con Mosca per contribuire a stemperare le tensioni globali sulla questione ucraina, compreso il pericolo di un’escalation verso un conflitto nucleare.
È indicativo che la divergenza di vedute tra Pechino e Occidente, ad esempio sui “diritti umani”, sia stata affrontata da Scholz con il Primo Ministro Li Keqiang, concentrando la discussione con Xi sui temi più costruttivi della cooperazione e dei rapporti tra i due paesi.
Intervistata dalla CCTV e dalla CGTN sulla visita, Helga Zepp-LaRouche (foto) l’ha definita un “trend setter” per gli altri leader occidentali, in particolare europei, che dovrebbero prendere a modello questa visita e avviare rapporti costruttivi con la Cina. Ella ha anche sottolineato in diverse occasioni che il distacco da Pechino, promosso da molti in Germania, tra cui il Ministro dell’Economia Robert Habeck e il titolare degli Esteri Annalena Baerbock, entrambi del Partito Verde, porterebbe alla deindustrializzazione della Germania.
Quanto agli amministratori delegati di una dozzina di importanti industrie tedesche, che hanno accompagnato Olaf Scholz a Pechino, sono stati annunciati o confermati progetti per investimenti e joint venture dell’ordine di circa 20 miliardi di euro, il più grande dei quali è il progetto di BASF per un nuovo sito produttivo nel Guangdong (10 miliardi). È stato confermato che la BMW rileverà il 75% delle azioni della joint venture con Brilliance Automotives, una decisione già presa a febbraio, e che Volkswagen intraprenderà quattro nuovi progetti di investimento.