Presenti al vertice di Varsavia della NATO numerosi responsabili degli apparati della Difesa tedesca ne hanno fortemente criticato la spirale di provocazioni contro la Russia.

L’ex generale tedesco Harald Kujat, dal 2002 al 2005 presidente del comando militare della NATO, ha rilasciato molte interviste negli ultimi giorni, criticando il concetto di “deterrenza” impiegato per dichiarare nemica la Russia, benché il Russia Act della NATO del 1997 la consideri un interlocutore strategico. Kujat è stato citato il 9 luglio in un commento dal titolo “Basta con la deterrenza” mandato in onda dal programma televisivo “Panorama”, e ha dichiarato che il dispiegamento nel Baltico non servirebbe affatto se la Russia avesse l’intenzione di invadere, situazione che “tutti gli esperti concordano” nel negare: “La cosiddetta Spearhead, la forza di reazione rapida della NATO che è in corso di espansione, non cambia le cose. ‘La forza di reazione rapida arriverebbe comunque in ritardo, sempre’ ha detto il gen. della NATO Harald Kujat. ‘Non arriverebbe nemmeno in tempo per la parata militare russa di festeggiamento della vittoria’”.

L’ex ambasciatore tedesco Frank Elbe, un duro critico del fallimento dei negoziati con la Russia, ha affermato il 7 luglio al programma televisivo “Phoenix Runde” che la NATO è divenuta “arrogante”, mentre dovrebbe semplicemente essere “un’organizzazione al servizio dei suoi Stati membri”, invece di “cercare di diventare autonoma” dai membri che sono i veri sovrani della situazione. Durante la trasmissione, ha affrontato il problema del ruolo occidentale nella creazione della crisi ucraina: “Se gli Stati Uniti organizzano un golpe, promuovendolo e finanziandolo, non dovrebbero sorprendersi se poi ci sono delle reazioni corrispondenti”. Già nel 2007 disse che Sergej Lavrov, Ministro degli Esteri di Mosca aveva ammonito gli Stati Uniti dal provocare una guerra civile in Ucraina.

Anche se tra le élite tedesche è forte la resistenza alle provocazioni della NATO, il loro tallone d’Achille è stato messo a nudo l’1 luglio nel corso dell’incontro di fondazione dell’Istituto di Ricerca per il Dialogo delle Civiltà di Vladimir Yakunin, quando nessuno dei relatori, tedeschi compresi, ha sottolineato il bisogno di un programma di cooperazione economica eurasiatica che coinvolga Russia e Cina, in linea con il programma dello Schiller Institute del Ponte Terrestre Eurasiatico (Nuova Via della Seta) discusso ampiamente il 25-26, sempre a Berlino.

Con l’identificazione di Deutsche Bank da parte del FMI come la banca più pericolosa del sistema finanziario mondiale, le cui azioni sono cadute nella scorsa settimana comportando un’aperta discussione sull’imminenza di un altro crac, nessun’altro in Germania, anche tra coloro che criticano l’escalation russofoba, è preparato al peggio con una strategia di gestione di simili eventi.