Questo articolo è il primo di una serie di scritti che il comitato elettorale del LaRouche PAC, in stretta collaborazione con lo statista Lyndon H. LaRouche, Jr., presenterà per contribuire a creare una Nuova Presidenza degli Stati Uniti d’America, nel corso dei prossimi cento giorni.

Nelle ultime cinque settimane il mondo è cambiato. La combinazione di eventi e di interventi volontari, in particolare quelli del Presidente russo Vladimir Putin, ha creato una nuova dinamica globale che potrebbe trasformarsi in vittoria, nel prossimo periodo. Questa vittoria dipende dall’adozione immediata delle “quattro leggi” di LaRouche, che costituiscono il nucleo della politica economica esposta nel 2014 (vedi “È in corso il crac finanziario: solo una svolta nella politica transatlantica potrà fermare il disastro” e, sul sito americano, “The Four New Laws To Save the U.S.A. Now!”), ma la longevità di tale vittoria richiederà qualcosa di più della semplice adozione di queste “leggi cardinali”, per quanto necessarie (separazione bancaria, emissione di credito federale per gli avanzamenti in campo scientifico).

Come scrisse LaRouche a proposito delle sue “quattro nuove leggi”:

“In principio, senza una Presidenza inadatta a rimuovere e affossare i peggiori effetti subìti nel presente, quelli creati dalle Presidenze di Bush e Cheney, e di Obama, gli Stati Uniti si esauriranno ben presto, cominciando con la decimazione della loro popolazione, effetto delle pratiche politiche di Obama, ora in accelerazione”.

E, più oltre:

“Il collasso con reazione a catena che ne è conseguenza, è già in corso con effetti sul sistema monetario delle nazioni di quella regione. La spinta in corso per ottenere una politica dei prelievi forzosi (bail-in) in tutta la regione transatlantica, ha come conseguenza ultima la morte in massa delle popolazioni di tutte le nazioni comprese in tale regione, direttamente, o indirettamente.

Questa crisi sistemica richiede non soltanto un insieme di politiche, ma una Nuova Presidenza, basata su una cittadinanza che abbia una devozione superiore a quella che si esprime in maniera assai limitata nel solo voto, simile a quella che ispirò Benjamin Franklin, George Washington e Alexander Hamilton. La crisi richiede un impegno per la creazione di una nuova nazione, dei nuovi Stati Uniti, e di un mondo che non è mai esistito prima, un mondo che, come non mai prima d’ora, è alla portata di tutti, un mondo che è nelle nostre mani, e che possiamo riuscire a creare, o no.

Le cinque settimane

Consideriamo ora i repentini cambiamenti avvenuti nelle ultime cinque settimane:

Il voto del 24 giugno per l’uscita della Gran Bretagna dell’Unione Europea (“Brexit”) quasi all’improvviso ha messo a nudo, affinché tutto il mondo lo vedesse, il nucleo marcio del sistema transatlantico. A questa ribellione degli elettori britannici è seguita la conferenza internazionale dello Schiller Institute a Berlino voluta da Helga Zepp-LaRouche. Un raduno di centinaia di persone unicamente dedicato al compimento della transizione a un nuovo sistema mondiale, ora in attuazione in tutta l’Eurasia, ispirata dalle idee di Lyndon LaRouche.

Nei giorni successivi si sono avuti molti movimenti inaspettati. Il vertice della NATO a Varsavia, pensato principalmente per prendere di mira la Russia con una guerra più intensa, ha mostrato soltanto un crescente disaccordo tra le nazioni europee. Il Giappone ha rifiutato qualunque rispetto per la follia finanziaria di stampo britannico e si è avvicinato alla Russia e alla Cina, come del resto hanno fatto le Filippine, ignorando le aspirazioni di Obama a un loro ruolo di ostilità contro Pechino nel Mar Cinese Meridionale. D’altra parte le reti del terrorismo alimentate dalle guerre illegali anglo-americane in Iraq, Libia, Siria e Yemen hanno preso di mira la Francia e la Germania a colpi settimanali, se non quotidiani, lasciando prevedere che senza un cambio di politica continueranno a colpire. A questa inquietudine per il terrorismo si aggiunge il panico crescente motivato dal collasso dei sistemi bancari in Italia, in Germania e a Londra, che minaccia l’esistenza stessa delle nazioni del sistema transatlantico, come LaRouche avvertì nel 2014.

Nel contesto di questo cedimento ulteriore, politico e culturale, nella regione transatlantica, v’è stato un accresciuto impegno da parte del nostro movimento a livello internazionale. L’Inchiesta Chilcot ha finalmente visto pubblicati i suoi rendiconti a Londra, dopo sette lunghi anni di revisioni: essi dichiarano illegale la guerra in Iraq, fortemente voluta da Sua Maestà Elisabetta II tramite Tony Blair e George W. Bush. Che tale guerra, capostipite delle successive a cui abbiamo accennato, sia stata un diretto attacco alle Nazioni Unte e al diritto dei popoli è un crimine assimilabile a quelli commessi dai nazisti, per cui fu celebrato il Processo di Norimberga. A coronamento dei nostri sforzi e di pochi altri soggetti della vita politica americana, dopo quattordici anni sono state pubblicate le “ventotto pagine” del rapporto d’inchiesta del Congresso americano sugli attentati dell’11 settembre, che documentano l’insabbiamento da parte di Bush e di Obama della regia anglo-saudita degli attentati di quel giorno e dell’orientamento verso la guerra mondiale al servizio delle loro intenzioni criminali riassunte con l’espressione di “geopolitica”.

Il Glass-Steagall Act, la vera minaccia esistenziale per Wall Street e la City di Londra, è finalmente entrato nelle due piattaforme elettorali dei partiti democratico e repubblicano, non grazie ai due show dei due candidati tragicomici, ma in virtù del crescente e profondo riconoscimento da parte della maggioranza del popolo americano che gli ultimi quindici anni di politiche micidiali negli Stati Uniti sono indissolubilmente legati alle politiche di Wall Street, e grazie alla campagna del LaRouchePAC per Glass-Steagall negli ultimi otto anni.

Infine la riconquista di Aleppo, laddove le forze siriane hanno goduto per le seconda volta dell’aiuto russo, un aiuto che non promette soltanto la conclusione a breve del conflitto in Siria, considerato dai neoconservatori come ultimo passo prima della guerra con la Russia e la Cina del regime obamiamo, ma anche la sepoltura della geopolitica britannica in sé. Mosca e Pechino stanno vincendo su Washington e Londra.

La partecipazione di Helga Zepp-LaRouche al forum di Pechino Think 20 (T20) alla fine di luglio è stata importantissima, poiché quel forum ha preparato i temi da discutere al G20 di settembre, mese in cui si terrà un’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a un anno di distanza dalla richiesta di Putin di costituire una nuova alleanza contro il terrorismo. Entrambi gli appuntamenti saranno cruciali per elaborare concretamente il paradigma ispirato dal nostro movimento.

Come ha detto Helga Zepp-LaRouche recentemente: “La terribile danza delle Erinni è cominciata!” e lo si evince dal panico e dalle urla che echeggiano nei corridoi del potere, a Wall Street e nella cittadella londinese, e dallo stato mentale della Regina stessa.

Le quattro leggi

L’8 giugno 2014 Lyndon LaRouche scrisse “Le quattro nuove leggi per salvare subito gli Stati Uniti! Non un’opzione, ma una necessità immediata”.

Nella sua dichiarazione “Le quattro nuove leggi”, LaRouche definì una soluzione alla crisi dovuta all’attuale collasso globale, economico e finanziario, ma si spinse oltre. Presentò una politica economica e a favore della scienza, coerente con la vera natura creativa della specie umana e capace, se adottata, di dar vita ad un nuovo Rinascimento nel corso del prossimo secolo e oltre.

Raccomandiamo di leggere e rileggere quei documenti, non limitandosi al sunto sottostante delle misure da intraprendere, che anche sono il punto di partenza della auspicata Nuova Presidenza:

1. Ripristinare immediatamente la legge Glass-Steagall istituita dal Presidente americano Franklin Delano Roosevelt, senza modifiche, come principio delle successive azioni.

2. Ritornare al sistema dirigistico, e coerentemente definito, della banca nazionale. I precedenti di questo sistema sono nel sistema di banca-e-credito stabilito da Alexander Hamilton e nella politica della valuta nazionale, dei dollari cosiddetti greenback, di Abraham Lincoln, attuati sotto l’autorità dell’esecutivo.

3. Creare un nuovo sistema di credito federale per consentire la crescita della produttività nei miglioramenti del lavoro, con l’intenzione aggiunta di aumentare la produttività reale, fisica, e migliorare le condizioni di vita dei cittadini e delle famiglie degli Stati Uniti. Un incremento dell’ occupazione produttiva, come quello ottenuto sotto la presidenza di Franklin D. Roosevelt, dovrà riflettere l’incremento nella produttività economica reale, coerente con un incremento della densità di flusso energetico implicato nella pratica economica nazionale.

4. Attivare il “volano economico della fusione nucleare”, ovvero la transizione tecnologica ed economica in grado di includere il ritorno alla prospettiva concepita ed esposta da Krafft Ehricke per il programma spaziale americano, vero impegno per un futuro migliore per l’umanità intera. Il cosiddetto “imperativo extraterrestre” dell’umanità, riconosciuto con questa espressione da Ehricke, si fonda, come la vera scienza dell’economia, sulla distinzione essenziale tra la vita umana e qualunque altra forma di vita.

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La questione più profonda

Ciò detto, soltanto una qualità di pensiero simile a quella dello scienziato creativo Albert Einstein o del direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, avrà la potenza necessaria per cogliere le cause dei recenti sviluppi mondiali e la qualità sufficiente per rispondere alla crisi come fanno le “quattro leggi” di LaRouche. Questa qualità scientifica è espressa al meglio in ciascuno di noi, se ci impegneremo per un futuro senza limiti né vincoli per l’umanità.

Il caso dell’Amleto di Shakespeare fornisce la prova negativa rilevante dell’esistenza di tale potere mentale, nella mente umana. Qualunque persona onesta deve chiedersi non già “per chi voterò?”, ma “Esisterò come attore efficace sul palcoscenico della storia?”.

Come ha dichiarato LaRouche lo scorso 31 luglio 2016, “io non mi candido a Presidente degli Stati Uniti, ma sono certamente intenzionato a influenzare la formazione del prossimo governo americano nel prossimo periodo”.