Il 29 giugno, sorprendendo molti, il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha annunciato un “approccio rooseveltiano” all’economia del Regno Unito dopo la crisi del Coronavirus. Dobbiamo “costruire, costruire, costruire” infrastrutture, ha detto, ed evitare “l’austerità”. Non sono dichiarazioni che ci si aspetterebbe dal capo del governo di sua maestà…. o dalla sede dell’impero britannico.
Helga Zepp-LaRouche (nella foto con Lyndon LaRouche) ha risposto alla proposta di Johnson il 30 giugno con grande cautela: “Sembra la cosa giusta da dire, che non vuole tornare all’austerità, che vuole promuovere le infrastrutture, e un ‘New Deal’ rooseveltiano”. Ma se gli inglesi vogliono cambiare, devono andare fino in fondo, ha aggiunto. Dovrebbero smettere di giocare al gioco della “Gran Bretagna globale”, e mettere sotto controllo il centro finanziario della City di Londra.
Se Boris Johnson è serio riguardo a un approccio rooseveltiano, c’è un ottimo modo per dimostrarlo, prosegue la presidente dello Schiller Institute. A quanto pare, Johnson ha già risposto favorevolmente alla proposta del Presidente russo Putin di tenere un incontro al vertice dei cinque membri permanenti (P5) del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Secondo lo stesso Putin, anche gli altri tre leader hanno appoggiato l’iniziativa, sebbene non sia stata fissata una data.
Per Helga Zepp-LaRouche, se Johnson chiederà “che il New Deal nella tradizione di Franklin D. Roosevelt sia messo all’ordine del giorno di un tale vertice P5”, allora potrebbe essere preso sul serio e sarebbe un contributo prezioso per assicurare la pace e la stabilità nel mondo.
Il vertice P5 “sarebbe la sede appropriata per una tale proposta… In effetti, questo era il tema della conferenza dello Schiller Institute [del 27 giugno], il cui scopo era creare una discussione in tal senso. Il mio defunto marito, Lyndon LaRouche aveva proposto questo pacchetto: un nuovo sistema di Bretton Woods, che comprenda naturalmente la cooperazione di tutti i Paesi con l’obiettivo specifico di elargire crediti a lungo termine e a bassi tassi di interesse per l’industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo. Si tratterebbe di una completa inversione di rotta della politica britannica. Significherebbe che la Gran Bretagna dovrebbe collaborare con la Russia e la Cina in questo senso, ponendo così fine alla geopolitica. Questo è il banco di prova”.