Annunciando il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria e la fine della politica bush-obamiana di guerre perenni, al contempo rievocando la famosa denuncia del “complesso militare-industriale” (CMI) del Presidente Eisenhower, Donald Trump ha veramente rovesciato la scacchiera della geopolitica post-bellica. Questo affondo capita proprio mentre l’intero sistema finanziario transatlantico, da cui dipende il potere del CMI, sta nuovamente per saltare in aria.
L’annuncio di Trump ha provocato una reazione virulenta del partito trasversale della guerra, che conta seguaci in entrambi i partiti, nei pensatoi della capitale e nella maggior parte dei media. Al contrario, nella propria trasmissione settimanale dell’11 ottobre la presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche (foto), ha avuto parole di apprezzamento per la svolta. “Le parole di Trump entreranno nella storia”, ha rimarcato, “perché ha ribaltato almeno cinquant’anni di paradigma culturale che vige dalla morte di John F. Kennedy. Questo paradigma ha condotto gli Stati Uniti sul sentiero del dominio mondiale unipolare angloamericano”. Quella di Trump è potenzialmente “una svolta della massima importanza strategica”.
Ammesso che Trump riesca a portare avanti le sue intenzioni a dispetto del potere di quel complesso militare-industriale e dell’intero sistema di geopolitica britannica, ha aggiunto Helga Zepp-LaRouche, “ciò che Trump ha fatto in quella conferenza stampa lo candida per me al Nobel per la Pace”.
Ora che la scacchiera è stata rovesciata, deve essere costruito un nuovo ordine mondiale, un Nuovo Paradigma in cui i diversi interessi delle nazioni si incontrino a un livello superiore. Questo compito è particolarmente urgente nell’Asia sudoccidentale a seguito della decisione di ritirare le truppe.
Helga Zepp-Larouche ha inoltre commentato che v’è ancora molto da fare su quel lato, tra cui “una stretta cooperazione tra gli Stati Uniti e la Russia… considerando la regione nel suo insieme e avviando lo sviluppo reso possibile dall’estensione della Belt and Road Initiative. La Cina si è già impegnata a svolgere un ruolo di primo piano nella ricostruzione della Siria. Penso che ciò contenga un grande potenziale per trasformare quella che è una regione apparentemente senza speranza in una regione di sviluppo e prosperità. Oltre a questo, cambierà l’ambiente dove ora prolifera il terrorismo; sarà risanato”.