Ripubblichiamo il testo di una nostra iniziativa del 18 dicembre 2009.

Con lo scopo di creare un’autentica pressione popolare sulle istituzioni, affinché prendano misure serie per proteggere l’economia reale e promuovere le attività produttive, MoviSol chiede a tutti i Consigli Comunali e Regionali, le associazioni e gli altri gruppi sociali di approvare questa proposta di Legge sul Credito Produttivo.

L’Italia ed il mondo intero affrontano una crisi economica senza precedenti, i cui effetti si ripercuotono ovunque sull’economia reale.

I salvataggi promossi dalla Riserva Federale negli Stati Uniti d’America e dal sistema delle banche centrali in Europa hanno spostato i costi della crisi sui contribuenti, aumentando in modo massiccio un debito che sarà impossibile ripagare.

Mentre per decenni sono state negate le necessarie risorse finanziarie per rispondere alle esigenze delle attività produttive e dei servizi sociali di base, per compiere i suddetti salvataggi non si è esitato a spendere decine di migliaia di miliardi di euro, limitandosi a colmare i buchi provocati dallo sgonfiamento delle bolle finanziarie createsi con la speculazione sfrenata praticata dai fondi speculativi e dalle grandi banche.

In questo modo, tuttavia, la crisi non è stata risolta ma piuttosto aggravata, in quanto i meccanismi della speculazione sono rimasti in vigore, spostando ulteriormente le risorse creditizie dall’economia reale alle nuove bolle.

Mentre i mercati finanziari si riprendono, le imprese non riescono ad ottenere i crediti necessari per evitare licenziamenti e chiusure, e i servizi pubblici vengono soggetti a tagli con effetti devastanti.

Come afferma il politico ed economista americano Lyndon LaRouche, l’unica via di uscita da questa crisi epocale è una riorganizzazione fallimentare dell’intero sistema finanziario internazionale, che congeli i titoli tossici e rilanci invece il credito all’economia reale.

Come primo passo in questa direzione, occorre varare una Legge sul Credito Produttivo che comprenda i seguenti punti:

La Banca Produttiva

Serve un istituto pubblico che svolga il ruolo di banca per le attività produttive. Lo Stato dovrà stanziare ingenti risorse finanziarie per la capitalizzazione dell’Istituto, e la Banca dovrà utilizzare questo nuovo capitale come base per prestiti diretti alle imprese.

I prestiti avranno un tasso agevolato, tra il 2-3%, e in ogni caso più basso dei tassi vigenti sul mercato.

I prestiti a tasso agevolato saranno da destinare alle imprese che rientrino nelle categorie produttive.

La Banca dovrà documentare l’osservazione di questi vincoli.

Ristabilire la separazione tra banche ordinarie e banche d’affari

Anche le banche ordinarie potranno accedere ai finanziamenti agevolati, a patto che non svolgano funzioni da banca d’affari. Le banche che operano nei mercati dei titoli speculativi per conto proprio saranno escluse dall’accesso. In questo modo si creerà una rete di banche che offrono conti correnti, mutui alle famiglie, e prestiti alle imprese, senza la commistione con le attività finanziarie speculative che hanno portato il sistema economico e finanziario all’attuale condizione di dissesto.

I grandi progetti

I crediti alle imprese non saranno sufficienti senza l’avvio di grandi progetti infrastrutturali che fungano da traino per l’economia. Su indicazione del Governo, la Banca fungerà da tramite per un aumento di quei lavori pubblici che promuovono la produttività economica (infrastrutture fisiche, investimenti tecnologici). Questi finanziamenti dovranno essere esclusi dal calcolo del deficit annuale dello Stato, in quanto rappresenteranno investimenti a lungo termine necessari per garantire il funzionamento dell’economia.

Volantino
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Mozione
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