La battaglia del parlamento svizzero contro il “Too Big To Fail” (TBTF) è entrata in una nuova fase. Il 14 giugno si è insediata la Commissione bicamerale d’inchiesta sul salvataggio di Credit Suisse, dotata di un ampio mandato per capire non solo se lo stato d’emergenza invocato dal governo fosse giustificato, ma anche per far luce sulle circostanze della crisi del gigante bancario elvetico e per esaminare le opportune modifiche alle regole bancarie vigenti.
La Commissione è formata da membri della Camera (Nationalrat) e del Senato (Ständerat). È presieduta da una senatrice del partito centrista Mitte, Isabelle Chassot, e il vicepresidente è la deputata dei Verdi Franziska Ryser. L’on. Ryser ha già presentato una proposta di legge per la separazione bancaria (Glass-Steagall), che attende di essere discussa in aula.
Fonti esperte in materia consultate dall’EIR si sono dette fiduciose che la Commissione svolgerà un buon lavoro, garantito dalla presenza di tutti i partiti e in particolare da tre di essi (il summenzionato partito dei Verdi, il Partito Socialista e il Partito Popolare) che sono a favore della separazione bancaria.
Come era prevedibile, il governo (Bundesrat) ha fatto pervenire alla Commissione il proprio parere sfavorevole alla separazione. Non sorprende, in quanto, come disse il prof. Marc Chesney dell’Università di Zurigo dopo l’inglobamento di CS nell’UBS, “C’è un nono membro del governo. È il membro più potente. È l’UBS”.
Il Bundesrat ha commissionato uno studio sulla riforma bancaria da una squadra guidata dal prof. Manuel Ammann dell’Università di Sant Gallen (è come chiedere all’oste se il vino è buono: Ammann è un esperto di strumenti derivati, gestione degli attivi, mercati finanziari e gestione del rischio. Insomma, uno che a Las Vegas è a suo agio). Prevedibilmente, lo studio boccia la separazione bancaria, tra l’altro con l’argomento che con essa aumenterebbe il rischio di fallimenti bancari.
Ora, molto dipende da quanto la Commissione si convincerà che, contrariamente al ventriloquo del Bundesrat, Glass-Steagall è l’unica soluzione per eliminare il ricatto del TBTF.
In un articolo per il sito Inside Paradeplatz, il docente emerito dell’Università di Zurigo Hans Geiger ha esortato la Commissione a considerare seriamente l’esempio storico di Glass-Steagall e i membri dello Ständerat a non ripetere gli errori del 2010, quando il Nationalrat era a favore ma lo Ständerat lo bocciò.
Il prof. Geiger ha anche esortato tutti i gruppi di interesse a inviare i loro suggerimenti alla Commissione entro la scadenza del 21 giugno. “La cornice normativa futura per le SIB (Banche Sistemicamente Importanti) non si fa migliorando il regime attuale, ma sostituendolo”, ha scritto Geiger.
“La banca sistemicamente importante deve essere separata dalle altre attività, completamente e non in un gruppo coerente o sotto l’ombrello di una holding. La SIB deve essere soggetta a rigide restrizioni. Questo si chiama sistema di separazione bancaria.
“Non si tratta di un’idea nuova. All’indomani del crollo della borsa nel 1929 e della conseguente Grande Depressione, gli Stati Uniti introdussero un sistema di separazione bancaria noto come la legge Glass-Steagall, che dal 1933 al 1999 richiese la stretta separazione del credito e del risparmio dalla banca d’affari.
“Il Glass-Steagall Act portò a un sistema bancario negli Stati Uniti che è stato stabile per decenni. Tuttavia, l’attività bancaria in quel periodo non era considerata particolarmente sexy, ma piuttosto noiosa.
“L’idea non è nuova nemmeno in Svizzera. Nel 2010 Nicolas Hayek, assieme al boss del SVP Christoph Blocher e al leader socialista Christian Levrat, avevano pubblicamente sollecitato l’adozione di un sistema di separazione bancaria. Lo Ständerat però lo respinse.
“C’è il rischio che la lobby bancaria o il ministero delle Finanze, anche con l’aiuto di opinioni professorali, prenda in mano la faccenda”, ha scritto il prof. Geiger. Perciò è importante che “i partiti politici, le organizzazione di settore, i comuni, le città e le regioni montuose e tutte le forze interessate colgano l’opportunità di determinare l’agenda per il tema veramente importante della riorganizzazione delle SIB”.