Per quanto la cricca Bush-Cheney-Obama cerchi di minimizzare il significato delle ventotto pagine dell’inchiesta sull’11 settembre, pubblicate, pur con qualche omissis, nessuno più si lascia raggirare.

Il 18 luglio sono comparsi due articoli su AntiWar.com che attaccano direttamente i sauditi. Il primo, a firma di Kristen Breitweiser, pone la battaglia nel giusto contesto, facendo notare che nel 2002 “Il Presidente Bush non voleva indagini sul Regno dell’Arabia Saudita… Il Presidente Bush voleva la guerra in Iraq, non in Arabia Saudita. Così, ventinove [sic] pagine piene di ‘Saudi’ e ‘Bandar’ invece che ‘Hussein’ e ‘Iraq’ sarebbero state d’impaccio”.

Bush, inoltre, ebbe l’assistenza dai piani alti, fa notare Breitweiser: “È ben documentato che l’Inchiesta Congiunta fu fortemente ostacolata nella sua indagine sui sauditi. L’ex direttore dell’FBI Mueller, infatti, ammise che molte delle informazioni riguardanti i sauditi, scoperte in ultima analisi dagli inquirenti dell’inchiesta, erano a lui sconosciute. Perché Mueller lo disse? In gran parte perché Mueller e altri funzionari dell’FBI tentarono volontariamente di mantenere ogni informazione incriminante, in particolare sui sauditi, lontano dalle mani della Commissione d’Inchiesta. Per ripetere, vi fu uno sforzo concertato dell’FBI e dell’Amministrazione Bush per mantenere le prove incriminanti i sauditi al di fuori dell’inchiesta. Con l’eccezione delle 29 [sic] pagine, ci sono riusciti”.

Breitweiser passa a occuparsi dei difensori dell’establishment, dicendo che “per esser chiara, la Commissione sull’11 settembre non indagò appieno sul Regno dell’Arabia Saudita. Il direttore Philip Zelikow bloccò ogni indagine in tal senso. Zelikow si spinse perfino a licenziare un inquirente assunto dalla Commissione per seguire in particolare la pista saudita. Lo ripeto: l’inquirente fu licenziato. Zelikow, inoltre, riscrisse l’intero capitolo del resoconto della Commissione sull’11 settembre a proposito dei sauditi e dei loro collegamenti con gli attentati dell’11 settembre. Gli ex commissari John Lehman, Bob Kerrey e Tim Roemer hanno riconosciuto che i sauditi non furono adeguatamente indagati dalla Commissione sull’11 settembre”.

Il Congresso riprenderà i propri lavori appena prima del XV anniversario degli attentati che giustificarono le “guerre al terrorismo” e il giro di vite sulle libertà civili all’interno degli Stati Uniti: si attendono novità sui ruoli britannico e saudita.