Nel corso della conferenza dello Schiller Institute del 26 maggio, il col. Richard Black ha toccato una serie di aspetti di strategia militare basandosi sull’esperienza personale di trentacinque anni in uniforme.
Una domanda riguardava le analisi contrastanti sulla strategia impiegata dalle forze russe in Ucraina e il confronto con il modus operandi delle truppe americane. La gente “dimentica facilmente ciò che eravamo soliti chiamare ‘choc e terrore’”, ha detto Black, e cioè la strategia sviluppata ufficialmente dal Pentagono e impiegata in Iraq. Con quella strategia, “bombardavamo massicciamente l’intera rete elettrica, distruggendola, la rete idrica, la distribuzione alimentare e le reti di trasporto. Distruggevamo tutto ciò che serviva alla vita umana. Infatti, siamo in Iraq da 30-31 anni e il sistema dell’elettricità che abbiamo distrutto quando abbiamo attaccato non è mai stato pienamente ripristinato. Sotto Saddam Hussein c’era un sistema elettrico molto buono, ma non siamo mai stati in grado di sostituirlo, perché della popolazione irachena non ci importava niente.”
Riguardo alla crisi attuale, il col. Black ha osservato che un’invasione statunitense di Cuba “sarebbe stata pienamente giustificata” se fosse avvenuta, perché i missili sovietici rappresentavano una “grave minaccia nucleare” vicino al confine. Oggi la minaccia per la Russia è simile, “e persino più vicina ai suoi confini”. Perciò, a suo avviso, “in ultima analisi, dovremmo guardare alla soluzione austriaca”. Secondo il trattato firmato nel 1955, l’Austria inserì nella costituzione che sarebbe rimasta “una nazione neutrale e non belligerante per l’eternità” e sul suo territorio non avrebbero stazionato truppe straniere. Come risultato, l’Austria “era quell’isola di tranquillità all’apice della guerra fredda, quando noi avevamo migliaia di carri armati e missili e pezzi d’artiglieria (in Germania, ndr). Allora facevo parte della NATO e lo ricordo molto bene. Eravamo schierati per un’invasione nel varco di Fulda. In quel periodo mi riuscì di andare in Austria e visitare il mercatino di Natale. C’erano luci e candele e la gente era allegra e felice. Nel frattempo, lungo la cortina di ferro la gente era tesa e fronteggiata da baionette e cannoni”.
“Realisticamente, penso che la Russia non cederà il territorio” appena conquistato in difficile combattimento, ma allo stesso tempo ci devono essere garanzie per la sicurezza dell’Ucraina, ha detto Black. “Ci sono soluzioni e faremmo meglio a parlarne ora e cessare di parlare di escalation fino alla guerra nucleare”.