L’11 marzo il Fondo Monetario Internazionale ha finalmente accettato di concedere all’Ucraina un prestito di 5 miliardi di dollari, nell’ambito del pacchetto di 17,5 miliardi nei prossimi quattro anni, a patto che il paese mantenga la stabilità. In un’intervista all’EIR, Natalia Vitrenko, economista e presidente del Partito Socialista Progressista, ha sottolineato che il programma del FMI non è in alcun modo sufficiente ad evitare il processo di deindustrializzazione in corso. “È risaputo – ha spiegato Vitrenko – che per rimettere in sesto l’economia ucraina ci vorrebbero 340 miliardi di dollari. Queste sono piccole dosi, che non rimettono in sesto nulla”.

A questo punto, ha dichiarato la Vitrenko, il 35% delle fabbriche ucraine non funziona. “Il 25% delle fabbriche ha perso i mercati, un altro 10% non esiste più fisicamente. Nel 2014, il PIL ha subito un calo del 7%. Nei negoziati col FMI, il governo ha presentato uno scenario ottimistico ed uno pessimistico. Secondo lo scenario ‘ottimistico’, prevede un ulteriore calo del 5,5% del PIL; secondo quello pessimistico un declino dell’11,5%. Due anni di seguito così significano una catastrofe, con disoccupazione di massa”.

Per ottenere il prestito del FMI, la Suprema Rada (il Parlamento) ha dovuto approvare otto disegni di legge che impongono condizioni drastiche:

  • Il deficit di bilancio deve essere ridotto al 4,1% del PIL, dal 13,5% nel 2014. È impossibile.
  • Il prezzo del gas per uso domestico aumenterà del 280% in aprile, ed anche i prezzi dell’energia elettrica aumenteranno in cinque fasi fino a 3,5 volte il prezzo attuale.
  • Verranno drasticamente tagliate le pensioni degli statali. Gli assegni ai pensionati che si arrangiano con un altro lavoro verranno ridotti del 15% e i lavoratori di ogni categoria lavorativa dovranno lavorare altri cinque anni per poter percepire la pensione completa.

La Vitrenko sostiene che queste decisioni violino l’articolo 22 della Costituzione, che garantisce alla popolazione livelli minimi di sussistenza.

In un video sul suo sito, la Vitrenko fornisce alcuni dati sul prezzo dei beni essenziali di consumo nel 2014: lo zucchero è aumentato del 40%, le mele del 67%, le uova del 260%, l’olio da cucina del 150%, la carne di manzo del 150%, il riscaldamento del 160%, i trasporti urbani del 200%.

Mentre crollava il commercio con la Russia, le tanto decantate esportazioni verso l’UE sono aumentate solo dell’1,5% nel 2014.

Nella sua intervista all’EIR, Natalia Vitrenko lancia un forte monito, dicendo che la politica dell’Occidente non solo condurrà alla guerra con la Russia, ma anche a creare milioni di disperati in Ucraina, molti dei quali sono armati. “È in aumento ogni tipo di attività criminale: piccoli furti, rapine, rilevamento di imprese da parte di criminali. Aumenta il tasso di mortalità. L’Ucraina è stata trasformata in una riserva di lavoro a basso costo al centro dell’Europa, piena di persone disperate”.