Mentre l’incontro ad alto livello USA-Cina ad Anchorage il 18-19 marzo ha riavviato rapporti che erano alquanto “congelati” tra i due paesi durante l’amministrazione Trump, è risultato chiaro dall’atteggiamento del segretario di Stato Blinken e del consigliere di sicurezza nazionale Jake Sullivan che nella visione dell’amministrazione Biden, Washington deve rimanere il decisore ultimo delle regole che governano i rapporti internazionali in consultazione con i suoi “alleati”.
Infatti, gli USA continuano ad indicare sia la Cina che la Russia come “rivali” piuttosto che come “partner”. Alcuni giorni dopo, i ministri degli esteri di Cina e Russia si sono incontrati per consolidare le loro posizioni sullo scacchiere internazionale, riaffermando il ruolo fondamentale dell’ONU e la Carta delle Nazioni Unite come base dei rapporti tra le nazioni, piuttosto che le decisioni arbitrarie di una singola potenza. Immediatamente, dopo quell’incontro, Wang Yi (foto) è partito per un viaggio nel Sud-Ovest asiatico in cui ha visitato sei nazioni, rafforzando le alleanze in una delle più importanti regioni del mondo ed espandendo l’Iniziativa Belt and Road.
La prima tappa è stata l’Arabia Saudita, dove ha incontrato il principe ereditario Mohammed Bin Salman. Significativamente, il leader saudita ha espresso sostegno alle politiche cinesi nello Xinjiang e ad Hong Kong, allontanando così questo “alleato” degli Stati Uniti da due delle principali campagne condotte da ambienti politici occidentali contro la Cina. Poi in Turchia, ha incontrato sia il ministro degli Esteri Mevet Cavusoglu, che il Presidente Recep Erdogan, che ha espresso il desiderio di stabilire rapporti strategici tra i due Paesi. La Turchia collabora con l’Iniziativa Belt and Road, che viene costantemente presa di mira dai soliti ambienti occidentali come “tentativo cinese di espandere la propria influenza”.
Da lì, Wang Yi si è recato in Iran, con cui la Cina ha rapporti da molto tempo, dove ha firmato un importante accordo di cooperazione della durata di 25 anni. Anche se i dettagli di questo accordo non sono ancora stati resi noti, esso aiuterà molto l’Iran a superare le difficoltà causate dal cordone di sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Oltre ad assicurare a Teheran l’amicizia con una grande potenza mondiale, l’accordo porta l’Iran nell’Iniziativa Belt and Road. La Cina prevede anche di fornire vaccini anti-COVID all’Iran, e ha promesso assistenza nel rilancio dell’accordo nucleare JCPOA.
Negli Emirati Arabi Uniti, Wang Yi e la sua controparte Abdullah bin Zayed al Nahyan hanno espresso comuni punti di vista sul multilateralismo e sull’importanza dell’esistenza di diverse culture nel mondo. Le due parti hanno concordato di cooperare nella lotta al terrorismo e su un programma di de-radicalizzazione che tocca la politica cinese nello Xinjiang. La Cina non solo fornirà vaccini anti-COVID agli Emirati, ma li aiuterà anche a creare impianti di produzione del vaccino Sinopharm per la regione.
In Oman, le due parti hanno concordato di sviluppare ulteriormente la cooperazione sulla Belt and Road, prima che il ministro degli Esteri cinese concludesse il suo tour in Bahrain, Paese che ospita la quinta flotta degli Stati Uniti. Qui i due Paesi hanno firmato un memorandum d’intesa sull’avanzamento congiunto della Belt and Road e un altro accordo sull’esenzione reciproca dal visto per i titolari di passaporti diplomatici e di servizio tra la Cina e il Bahrain.
Durante il viaggio, Wang Yi ha presentato il programma cinese in cinque punti per la pace in Medio Oriente, che include uno sforzo concertato per riportare il problema Israele-Palestina su un binario diplomatico.

A proposito della Cina, pubblichiamo nuovamente la dichiarazione di sinologi da tutto il mondo sottoscritta nel frattempo da personalità autorevoli in Italia