Traduciamo per i lettori un estratto della prefazione di un nuovo studio dal LaRouchePAC dal titolo “Gli Stati Uniti si uniscono alla Nuova Via della Seta – Una prospettiva hamiltoniana per un rinascimento economico”.

Dobbiamo costruire il futuro, costruire decine di migliaia di chilometri di ferrovie ad alta velocità (ossatura di altrettanto lunghi corridoi di sviluppo), procedere a tappe verso l’era della fusione nucleare, costruire centinaia di nuove città rinascimentali, controllare il ciclo dell’acqua grazie a conoscenze sempre più approfondite degli effetti della galassia, rilanciare l’esplorazione umana dello spazio extra-atmosferico e la ricerca ad essa connessa, e via dicendo. Tutto ciò dovrà essere compiuto in stretto coordinamento con i BRICS e le nazioni alleate, con la guida della Cina e della Russia, che già sono impegnate nel processo di costruzione della Nuova Via della Seta, che dovrà essere estesa fino a diventare il Ponte Terrestre Mondiale.

Gli Stati Uniti devono condividere tale sforzo, non soltanto su scala internazionale, ma anche internamente, sia sul piano economico sia sul piano culturale. Questa è l’unica via per creare un futuro per le nostre giovani generazioni, per restituire loro il senso di speranza e di missione che è scritto in loro sin dalla nascita.

La Nuova Via della Seta, consistente nei due corridoi infrastrutturali, terrestre e marittimo, lungo tutta l’Eurasia, offre la possibilità di fare dietrofront in una marcia che altrimenti ci conduce direttamente verso il collasso economico. Le banche internazionali per lo sviluppo create dalle nazioni dei BRICS costituiscono, per la prima volta dopo mezzo secolo, nuove fonti potenziali di credito diretto a una seria opera di edificazione infrastrutturale nell’America Settentrionale. Per la prima volta alle Americhe è offerta la possibilità di unirsi alla Nuova Via della Seta cinese tramite un corridoio ad alta velocità che da una galleria sotto lo Stretto di Bering attraversi l’Alaska e il Canada fino agli Stati dell’Ovest e fino all’America Centrale e all’America Meridionale. Il Congresso potrebbe e dovrebbe istituire una nuova Banca Nazionale degli Stati Uniti d’America pensata per finanziare progetti produttivi, e permettere all’America di collegarsi ai nuovi istituti internazionali di credito, che emetteranno credito per lo sviluppo e decreteranno così la fine dell’odiata austerità imposta dal sistema del FMI.

Molti americani [ed europei, NdT] sono così profondamente colpiti dal bacillo del pessimismo e della disperazione che risponderebbero a una visione così ottimista del futuro: “Sì, sì. Tutto bene, ma non l’avrete mai. Non si riuscirà a farlo. Siate realisti”.

Molto bene. Ecco quello che è reale: la Cina in trent’anni ha liberato 600 milioni di persone dalla povertà. Ha costruito in meno di un decennio 11 mila miglia di ferrovie ad alta velocità e prevede di triplicarle entro il 2020.

Gli Stati Uniti sono fermi a 465 miglia.

Oltre a potenziare il sistema ferroviario, la Cina sta sviluppando un’industria nazionale dell’energia nucleare e un’industria aerospaziale, sta cercando molto seriamente la fusione nucleare e sta definendo un proprio programma lunare e di esplorazione spaziale, ponendoli in rilievo a livello internazionale.

La Cina è anche la nazione le cui banche nazionali hanno fornito la maggior parte del credito produttivo necessario a tenere in piedi l’industria mondiale a partire dal crac di Wall Street, il 2008, mentre la Federal Reserve e i suoi complici nel crimine, a livello internazionale, nulla hanno fatto salvo iniettare migliaia di miliardi di dollari (con il cosiddetto QE, il Quantitative Easing) per salvare le banche marce, mentre veniva distrutta l’economia fisica.

Andando oltre, grazie alla Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture (AIIB) e ad una serie di banche e fondi per lo sviluppo legati alla Nuova Via della Seta, la Cina ha cominciato a costruire nuovi corridoi di sviluppo economico anche oltre i suoi confini, in tutta l’Eurasia, sia via terra che via mare, e in aree dell’Africa. E’ pronta a partecipare alla costruzione di tali corridoi anche in Nord America e negli Stati Uniti. Al vertice dell’APEC che si tenne a Pechino nel novembre 2014, il Presidente cinese Xi Jinping, con il Presidente Obama seduto a fianco a lui, invitò formalmente gli Stati Uniti a rinunciare alla politica dello geopolitica dello scontro, e ad unirsi ai BRICS e alle nazioni loro alleate in questa impresa, su una base cosiddetta “win-win”, in cui vincono tutti.

Ma non c’è da attendersi che Obama accetti questa offerta. Non lo farà. Gli Stati Uniti possono e devono, a partire dalla destituzione di Obama dalla Casa Bianca con mezzi costituzionali, adottare la politica creditizia hamiltoniana che LaRouche propone da decenni.

Gli americani possono smettere di morire e uccidere se stessi con la “malattia dell’impotenza” che ha aumentato il collasso del nostro paese come nazione industriale. Dobbiamo ricominciare a costruire, costruire la nostra parte del “ponte mondiale” di sviluppo infrastrutturale, e sostituire i nuovi secoli bui che ci attendono con un Nuovo Rinascimento.