Di fronte alle difficoltà economiche e ad un’inflazione in continua crescita, la popolazione europea è scesa in piazza per protestare. Il 20 giugno, circa 80.000 sindacalisti in rappresentanza dei principali sindacati belgi hanno sfilato a Bruxelles per protestare contro l’aumento del costo della vita e chiedere salari migliori. Nella città dove ha sede la NATO, alcuni partecipanti hanno anche scandito “Spendete i soldi per i salari, non per le armi”.
Nei Paesi Bassi, 40.000 agricoltori con le loro famiglie hanno manifestato contro la decisione del governo di ridurre drasticamente l’uso di fertilizzanti azotati, bloccando con i trattori alcune vie di comunicazione chiave del Paese con cartelli con scritte come “Niente agricoltori, niente futuro” e “L’Aia ha scelto di bandire gli agricoltori”.
L’azione più drammatica, tuttavia, si sta svolgendo nel Regno Unito, dove il sindacato Rail Maritime and Transport Union, che rappresenta 40.000 lavoratori, ha indetto tre giorni di sciopero il 21, 23 e 25 giugno in tutta la Network Rail, il gestore della rete ferroviaria nazionale e altre tredici compagnie ferroviari. I lavoratori, che subiscono un blocco salariale da almeno un decennio, chiedono aumenti commisurati all’alta inflazione e la sicurezza del posto di lavoro. L’agitazione è tuttora in corso, poiché non si è raggiunto nessun accordo e i sindacati hanno programmato altre giornate di sciopero. Il governo di Boris Johnson non solo ha respinto le loro richieste, ma è intenzionato ad usare il pugno di ferro. Infatti, il governo ha intenzione di introdurre una legge che consenta alle agenzie di collocamento di fornire manodopera alle aziende e alle imprese governative durante lo sciopero, annullando così le attuali leggi sul lavoro che vietano tali pratiche.
Quanto al Partito Laburista, il suo presidente Keir Starmer, neoliberista come l’ex Primo Ministro Tony Blair, ha invitato i parlamentari laburisti a non partecipare ai picchetti, ma il suo ordine è stato rapidamente ignorato da molti di loro, che hanno offerto solidarietà agli scioperanti.
Lo sciopero delle ferrovie potrebbe facilmente trasformarsi in uno sciopero generale nazionale, dato che altri sindacati sono coinvolti o stanno preparando azioni simili. Tra questi, i sindacati degli insegnanti e del Servizio sanitario nazionale, nonché i lavoratori delle compagnie aeree e degli aeroporti e persino gli avvocati. Inoltre, i tentativi del governo di dividere gli scioperanti dall’opinione pubblica sono falliti, poiché il crollo del tenore di vita ha colpito tutta la popolazione.
Questa estate di malcontento si interseca con i crescenti problemi politici di Boris Johnson, il cui partito conservatore ha subito una pesante sconfitta alle elezioni suppletive del 23 giugno per due seggi parlamentari. Questi seggi erano stati lasciati liberi dal deputato Tory Neil Parish (che si è dovuto dimettere dopo aver guardato materiale pornografico alla Camera dei Comuni) e da Imran Ahmad Khan (incarcerato per aver molestato sessualmente un adolescente…). Il risultato è stato che la stampa Tory ha chiesto le dimissioni di Johnson.