La Commissione Europea sembra intenzionata a perseguire un’escalation della guerra Russia-NATO con altri mezzi. Il 30 novembre, il Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha annunciato che l’Unione Europea si sta preparando a confiscare i fondi della Russia, congelati dai paesi membri, per finanziare la “ricostruzione” dell’Ucraina. “Abbiamo i mezzi per farla pagare alla Russia”, ha sbottato.
Non si tratta di somme esigue. L’UE ha bloccato circa 300 miliardi di euro di riserve internazionali di proprietà della Banca centrale russa, nonché altri 20 miliardi di dollari di beni appartenenti a privati ed aziende russe. Secondo la von der Leyen, l’UE e i suoi partner potrebbero gestire e investire i fondi a breve termine, per poi girare i proventi all’Ucraina.
Ma c’è un grosso problema: il diritto internazionale proibisce rigorosamente la confisca dei beni di uno Stato. Pertanto, prima che gli Stati membri dell’UE possano confiscare le riserve della Banca centrale russa, dovrebbero prima elaborare un quadro giuridico che lo consenta, alla stregua di un’azione penale. Ma ciò costituirebbe un pericoloso precedente, scoraggiando le nazioni di tutto il mondo dall’investire o depositare in Europa fondi che potrebbero essere sequestrati arbitrariamente in qualsiasi momento.
Eppure, è forse con questo obiettivo in mente che i burocrati dell’UE stanno ora elaborando piani per perseguire i russi come “criminali di guerra”. Bruxelles ha proposto di istituire un “tribunale specializzato” (o speciale?) sostenuto dalle Nazioni Unite per indagare sui crimini di guerra presumibilmente commessi in Ucraina. Ursula von der Leyen ha annunciato la scorsa settimana che l’UE sta cercando di mobilitare il “più ampio sostegno internazionale possibile” per istituirlo.
Non è certo una coincidenza che la First Lady ucraina Olena Zelenska si trovasse a Londra nello stesso momento e arringasse membri del Parlamento britannico. Oltre alla vittoria militare, ha detto, “l’Ucraina ha bisogno di giustizia” e chiede la creazione di un “tribunale in stile Norimberga”.
I crimini di guerra dovrebbero essere puniti, senza dubbio. Ma ci si chiede perché Ursula von der Leyen e altri eurocrati non abbiano mai denunciato le molteplici atrocità commesse negli ultimi decenni dai paesi della NATO, soprattutto Stati Uniti e Regno Unito, con il pretesto di difendere i “valori occidentali” in Iraq, Siria, Yemen (e la lista continua). Ah, giusto, nella loro logica ci sono crimini di guerra “buoni” e crimini di guerra “cattivi”.