Riprendendo la descretazione dei promemoria di intelligence che mostrano come la bufala sulla presunta collusione di Trump con la Russia sia stata creata ad arte, lo storico quotidiano francese France Soir, ora online, ha pubblicato il 7 ottobre un’intervista a William Binney, l’ex direttore tecnico dell’NSA, su “La realtà del Russiagate”. Questo fatto è abbastanza significativo poiché da oltre tre anni la nostra newsletter e lo Schiller Institute collaborano con Binney e i suoi colleghi nel VIPS (Veteran Intelligence Professionals for Sanity), ma praticamente nessuna grande testata in Europa e negli Stati Uniti ha mai osato riprendere la storia.
L’introduzione di France Soir a questa intervista cita un articolo pubblicato per la prima volta sul quotidiano britannico The Guardian il 13 aprile 2017, in cui si osservava che lo stesso presidente Obama aveva “fatto in modo di spiare Trump attraverso il Global Communications Headquarters (GCHQ), l’equivalente britannico della NSA americana”. Gli enti di intelligence britannici sono stati così “i primi a puntare il dito contro i legami del team di Trump con la Russia”, e da lì la situazione è degenerata.
L’articolo inoltre spiega che “il 23 luglio 2020, lo Schiller Institute negli Stati Uniti ha tenuto una conferenza stampa con William Binney, per trent’anni alla National Security Agency, che è diventato un informatore nell’ottobre 2001 dopo il rifiuto del sistema ‘ThinThread’, che avrebbe senza dubbio impedito molti attacchi terroristici. Il tema della conferenza era la storia del ‘Russiagate’, dopo le elezioni del 2016, che ha portato a numerose cause legali, ad un’escalation di tensioni internazionali, alla paralisi nazionale e a un processo per l’impeachment del Presidente. Tutte queste erano gigantesche ‘fake news’? William Binney ha dimostrato che i server del Comitato Nazionale Democratico (DNC) non sono mai stati hackerati dai Russi durante la campagna presidenziale del 2016, e sottolinea come gli enti di intelligence britannici e le loro controparti americane abbiano sistematicamente soppresso queste prove negli ultimi tre anni”.
Alla richiesta di condividere le sue prove con il quotidiano francese, Binney ha risposto che tali prove sono disponibili nelle dichiarazioni che ha personalmente presentato in tribunale durante i procedimenti contro Roger Stone e Michael Flynn e in almeno altri tre casi, in cui “ha fornito quei dati forensi agli avvocati di entrambe le parti. E il gruppo LaRouche ha pubblicato questi dati in modo che tutti possano vederli”.
Come risultato, la narrazione sulla presunta collusione di Trump con la Russia ha “alzato il livello di tensione nel mondo tra potenze che hanno un gran numero di armi nucleari: una cosa molto pericolosa e irresponsabile da fare”. Alla domanda su chi crederà alla disinformazione, l’ex tecnico dell’NSA risponde: “I militari, l’industria, le banche, la tecnologia, gli enti governativi statunitensi che ci ruberanno miliardi di dollari per un’altra guerra fredda”.