Il successo del viaggio in Cina del Presidente brasiliano Inácio Lula da Silva dall’11 al 14 aprile, culminato con l’incontro al vertice con Xi Jinping, può essere valutato dall’ondata di commenti indignati nei media finanziari occidentali. Indicativo è un petulante articolo di “cronaca” del Financial Times del 15 aprile.
In primo luogo, il quotidiano finanziario londinese si è infuriato perché Lula ha detto: “Vogliamo aumentare il livello della partnership strategica tra i nostri Paesi, aumentare i flussi commerciali e, insieme alla Cina, riequilibrare la geopolitica mondiale”.
In secondo luogo, il FT ed altri temono la prospettiva illustrata da Lula in occasione dell’investitura a Shanghai, il 13 aprile, dell’ex Presidente brasiliana Dilma Rousseff quale nuovo capo della Banca di Sviluppo dei BRICS. “Per la prima volta”, ha dichiarato, “viene istituita una banca di sviluppo di portata globale… libera dalle catene delle condizioni imposte dalle istituzioni tradizionali alle economie emergenti”. E ancora: “Con la possibilità di finanziare progetti in valuta locale… La creazione di questa Banca dimostra che l’unità dei Paesi emergenti è in grado di generare cambiamenti sociali ed economici rilevanti per il mondo… Ogni sera mi chiedo perché tutti i Paesi debbano basare il loro commercio sul dollaro… Perché non possiamo effettuare scambi basati sulle nostre valute?”.
Il Presidente brasiliano ha inoltre definito “intollerabile” che “centinaia di milioni di uomini, donne e bambini non abbiano nulla da mangiare”, quando il pianeta produce cibo sufficiente per tutti.
Lula ha anche visitato dimostrativamente il centro tecnologico e di innovazione di Huawei a Shanghai, annunciando che la visita era “una dimostrazione del fatto che vogliamo dire al mondo che non abbiamo alcun pregiudizio nei nostri rapporti con i cinesi e che nessuno vieterà al Brasile di migliorare i rapporti con la Cina”.
In quarto luogo, Lula ha insistito pubblicamente sul fatto che “gli Stati Uniti devono smettere di incoraggiare la guerra ed iniziare a parlare di pace. L’Unione Europea deve iniziare a parlare di pace, in modo da convincere Putin e Zelenskyy che la pace è nell’interesse di tutto il mondo”. Sia la Cina che il Brasile hanno proposto iniziative per i negoziati, iniziative che i due Presidenti hanno discusso durante il vertice.
Le pressioni di Washington e Londra sono state apparentemente in grado di impedire – almeno per il momento – l’adesione formale del Brasile all’Iniziativa Belt and Road, che avrebbe aperto le porte ai grandi progetti infrastrutturali sudamericani attesi da tempo.
Per il resto, sono stati firmati 15 accordi commerciali e di partenariato, per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari, mentre sono stati conclusi venti nuovi accordi commerciali tra aziende brasiliane e cinesi, che si aggiungono agli altri venti conclusi dalle imprese brasiliane a marzo, quando Lula ha dovuto rinviare a causa di una polmonite la sua visita programmata.