Un altro colpo è stato sferrato all’Impero Britannico, il 22 luglio scorso, in occasione di un “dibattito sui risarcimenti per i danni della colonizzazione” preso la Oxford Union Society, a Oxford.

Tra i relatori era presente il dott. Shashi Tharoor, un parlamentare indiano, il quale ha dichiarato che l’Inghilterra ha quanto meno un debito morale verso l’India e che l’India, dopo duecento anni di saccheggio da parte dell’Impero Britannico, merita di principio il pagamento dei danni.

Il suo breve discorso, ben documentato e pieno di umorismo, ha provocato un’ondata di apprezzamenti su Internet, essendo stato visto da ben oltre centomila spettatori:

https://youtu.be/z5PnVkZTKbw

Tharoor, membro di lunga data del Partito del Congresso ora all’opposizione, in passato fu quasi candidato a diventare il segretario generale delle Nazioni Unite.

“Il peso dell’India nell’economia mondiale quando arrivarono i britannici, era pari al 23%. Nel momento in cui essi lasciarono il Paese, era sceso a meno del 4%. Perché? Semplicemente perché l’India era stata governata nell’interesse della Gran Bretagna. La crescita potenziale della Gran Bretagna nel corso di duecento anni è stata finanziata saccheggiando l’India”.

Tharoor ha insistito sul fatto che da 15 a 29 milioni di indiani perirono a causa delle carestie provocate dai britannici. Ha descritto la “carestia più nota”, quella del Bengala nel 1943, in questi termini:

“Quattro milioni di persone morirono poiché Winston Churchill aveva scelto deliberatamente, e in accordo con la dottrina militare ufficiale, di sottrarre delle derrate destinate alla popolazione civile del Bengala al fine di costituire delle riserve a uso dei soldati britannici e degli europei”.

“Allorché alcuni responsabili britannici toccati nella loro coscienza gli scrissero per fargli notare che la gente moriva a causa di tale decisione, egli scrisse sul margine del dossier, con una punta di pessimo humour: ‘Come mai Gandhi non è ancora morto?’ ”