Il dimissionario Ministro delle Finanze greco Varoufakīs è stato accolto calorosamente alla Festa della Rosa, organizzata ogni anno da Arnaud Montebourg presso Frangy-en-Bresse, in Francia. Dopo il trattamento inflitto alla Grecia, tutti si domandano: “allora, si resta nell’euro o si esce?”

Dopo un’accoglienza e un pasto fraterni, Varoufakīs ha tenuto una conferenza stampa all’interno di una piccola sala stracolma di gente.

Per il settimanale Nouvelle Solidarité di Solidarité et Progrès, Karel Vereycken gli ha chiesto se sostenesse la stretta separazione tra banche prevista dalla Legge Glass-Steagall del 1933. Mentre Hollande l’aveva promesso nel celebre discorso tenuto a Bourget senza poi passare ai fatti, questo tema sta prendendo il dovuto posto nei dibattiti della campagna presidenziale degli Stati Uniti, anche in forza delle due proposte di legge di Elizabeth Warren ed altri sei senatori al Senato e di Marcy Kaptur al Congresso. Senza una netta separazione tra banche d’affari (speculative) e banche ordinarie (di risparmio, di credito, ecc.) rimarrà impossibile ristrutturare il sistema stracarico di debiti inesigibili, nel pieno di una crisi sistemica.

Varoufakīs ha risposto:

“Sono assolutamente a favore di una tale politica. È impossibile metterla in atto a livello francese. Serve dunque farlo a livello europeo. Non vi sono più banche francesi, tedesche o greche. Questo fatto mostra il bisogno di una vera unione bancaria europea capace di imporre una tale riforma delle banche, che sono diventate dei mostri”.

Allorché Vereycken gli ha offerto una copia del progetto di legge S.1709 la cui prima firmataria è la Sen. Warren, Varoufakīs ha commentato: “Conosco Elizabeth”.

Purtroppo tragicamente, Varoufakīs, privo ormai della carica ministeriale, continua a credere che rimanere entro l’unione monetaria europea sia, tra tutte le opzioni possibile, la meno malvagia. Continua ad alimentare la sua immaginazione, sperando di poter trovare i mezzi per sottrarre l’euro e le banche centrali alle mani dell’oligarchia finanziaria che sta letteralmente uccidendo la Grecia.

Quanto a Arnaud Montebourg, questi presentò le proprie dimissioni dal governo di Hollande un anno fa. Il 7 giugno ha firmato insieme al banchiere Matthieu Pigasse della Banca Lazard un articolo per il Journal du Dimanche in cui si afferma che le politiche governative sarebbero un disastro. Al posto dell’austerità, si dovrebbe avere crescita e riduzione delle tasse. Non spiega, tuttavia, come si potrebbe ottenere ciò che giudica necessario. Pigasse, che è stato consigliere del governo greco durante il taglio del 30% del debito privato, ha difeso ugualmente l’idea di un taglio del 30% del debito pubblico greco, indispensabile a suo parere per salvare l’euro.

Ad ascoltare Varoufakīs a Frangy erano presenti, sotto una pioggia incessante, più di seicento persone: lo hanno udito parlare dell’origine della crisi e delle tecniche di tortura applicate dalle “istituzioni”. Le banche fallirono cinque anni fa, ha precisato. “Se voi volete capire che cosa siano i salvataggi bancari, andate a vedere Macbeth, il dramma di Shakespeare. Come Macbeth, che aggiungeva crimine a crimine, tentando di nascondere il suo crimine precedente commettendone un altro, la Troika aggiunge un bail-out tossico al bail-out tossico precedente, estendendo la crisi e peggiorandola, mentre pretende che stia per essere risolta”.

In una pungente dichiarazione ha sottolineato di non essere arrivato in Francia per sostenere una particolare personalità, né per mendicare un aiuto. È piuttosto il contrario: “Sono venuto in Francia per esprimere il sostegno del popolo greco nei confronti di quello francese”, il quale ha in mano, ormai, l’avvenire dell’Europa e della democrazia. I partecipanti hanno applaudito vivacemente il suo discorso, impallidendo per la responsabilità che egli ha loro attribuito.

L’ex ministro ha anche sottolineato che la Grecia è stata assassinata allo scopo di terrorizzare in particolare la Francia e gli altri Paesi che si rifiutano di sottomettersi a un’austerità distruttrice. “La primavera di Atene è stata calpestata come la primavera di Praga. Questa volta senza l’uso dei carri armati, ma tramite le banche”.

La vera questione non è l’economia, ma la politica. “Tra i banchieri che ho incontrato, nessuno di quelli che vorrebbe recuperare il proprio denaro è favorevole al terzo memorandum”.

Nel Journal du Dimanche del 23 agosto ha precisato:

“La Grecia non era importante. La ragione per la quale l’eurogruppo, la Troika e il FMI hanno impiegato tanto tempo per imporre la loro volontà a una piccola nazione come la nostra, è che noi siamo un laboratorio di austerità. È stata sperimentata in Grecia ma lo scopo è, evidentemente, di imporla poi alla Francia, al suo modello sociale, al suo diritto del lavoro”.

Ormai in prima linea, i francesi devono raccogliere la sfida, altrimenti periranno come la Grecia.

Prima di raggiungere Frangy, Varoufakīs si era intrattenuto brevemente con Jean-Luc Mélenchon. Quest’ultimo aveva invitato Varoufakīs alla conferenza, che conta di organizzare, sul “piano B” il cui contenuto resta molto vago. Il “piano A”, naturalmente, sarebbe l’espulsione della Grecia dell’eurozona. Varoufakīs annuncia ugualmente la creazione di una rete internazionale di economisti progressisti.