In un articolo pubblicato su Russia & India Report dal titolo “Ai BRICS non manca la malta: quello che i detrattori dovrebbero sapere”, l’analista Rakes Krishnan Simha scrive: “La maggior parte delle odierne istituzioni multilaterali non hanno più alcun peso. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, per esempio, furono istituite verso la fine della seconda guerra mondiale. Ragionando in termini geopolitici, è storia antica. Allo stesso tempo, il G7 sembra essere in rianimazione mentre l’OCSE ha perso il suo ruolo guida. Con le economie occidentali sul ciglio di precipizi monetari e di bilancio, le cinque nazioni dei BRICS costituiscono una forza stabile che controbilancia il declino dell’Occidente. Sia l’India che la Cina continuano a crescere molto e stanno per diventare delle mega-economie che nei prossimi decenni sovrasteranno letteralmente le economie occidentali. La crescita di Pechino può essere scesa al di sotto del 7%, ma stiamo comunque parlando di un PIL cinese che equivale a tutto il reddito nazionale olandese.

Simha ha fatto notare come “a differenza della NATO o dell’Unione Europea, in cui le nazioni hanno più o meno gli stessi obiettivi e la popolazione è della stessa etnia, le nazioni dei BRICS sono molto differenti tra loro. L’appartenenza ai BRICS dà loro una causa comune: lo sviluppo. In qualità di nazioni emergenti, l’obiettivo principale è quello di migliorare il tenore di vita. Il fatto che procedano unite come un gruppo nonostante le molteplici differenze negli obiettivi nazionali, opinioni, rivalità geopolitiche e perfino ostilità, indica la vitalità dei BRICS”.