Ricorrendo a misure disperate per rimanere in carica, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu minaccia di scatenare una guerra civile in Israele e una guerra più ampia nella regione, cercando di coinvolgervi l’Iran. Mentre le folle si riversano nelle strade in segno di protesta, i commentatori cercano di interpretarne il sentimento, esaminandone le cause:
— Nell’ultima settimana Netanyahu ha violato il cessate il fuoco a Gaza e ora sta rimandando a Gaza le truppe dell’IDF, che fanno strage di civili;
— I familiari degli ostaggi lo accusano di mettere in pericolo i cari rimasti in mano ad Hamas intensificando la guerra contro quest’ultimo;
— Sempre Netanyahu vuole liberarsi di Ronen Bar, capo dello Shin Bet. Quando il procuratore generale lo ha accusato di agire al di sopra della legge, Bibi ha sguinzagliato i mastini per estromettere anche lei. La questione di fondo è l’indagine, che Natanyahu vuole interrompere, su ingenti somme di denaro provenienti dal Qatar e destinate ai suoi collaboratori, proprio nel momento in cui il premier israeliano sta affrontando accuse di corruzione;
— Gli estremisti nel gabinetto di guerra, Smotrich e Ben-Gvir, aumentano le richieste di “trasferire” i palestinesi dai territori occupati da Israele. Smotrich, il ministro delle Finanze, sta “legalizzando” gli insediamenti, che violano il diritto internazionale, affermando che “l’annessione” è un “passo importante sulla strada della sovranità”;
— Quando gli è stato chiesto di parlare della crescente opposizione al governo, Netanyahu ha giocato la “carta Trump”, dicendo che, come Trump, è sotto attacco da parte di operatori del “Deep State di sinistra”.
Netanyahu ritiene che il fatto di essere un leader “in tempo di guerra” gli conferisca protezione, in quanto si ergerebbe a difesa di Israele contro i terroristi e gli antisemiti. Inoltre, il sostegno di Trump ha convinto lui e parte dell’opinione pubblica israeliana che tutto va bene.
Ma ci sono segnali che indicano che il sostegno di Trump non è illimitato. L’apparente sostegno di quest’ultimo a Bibi ha generato una crescente insofferenza con gli “America Firsters” della Coalizione MAGA che esprimono insoddisfazione per i bombardamenti statunitensi sullo Yemen e per i miliardi di dollari di aiuti a Israele. Mentre i neocon e i sionisti “cristiani” applaudono, sostenitori di Trump come Tucker Carlson, Ron Paul e Majorie Taylor Green lo criticano. Carlson ha affermato che la politica di Trump nei confronti del governo israeliano contraddice il suo messaggio “America First”. La decisione di inviare il gruppo d’assalto della portaerei USS Carl Vinson nella regione, in un momento in cui sono stati resi pubblici i “piani di guerra”, sta distraendo l’attenzione dall’importanza della sua lodevole politica di normalizzazione con la Russia e di porre fine alla guerra per procura in Ucraina.