Il primo Import Expo internazionale cinese che si è aperto il 5 novembre a Shanghai è un segnale importante e indica che la leadership cinese intende proseguire sulla via delle riforme e delle aperture iniziata quaranta anni fa da Deng Xiaoping, e che la crescita cinese non va vista come una minaccia per le altre nazioni.

La scelta di Shanghai è simbolica. La città è non solo uno dei principali porti per importazioni ed esportazioni via mare, ma anche il centro dei contatti tra Est e Ovest dal XVIII secolo, quando fu divisa in sezioni controllate da varie potenze coloniali.

L’idea di un Import Expo internazionale è insolita, in quanto un Paese spende somme ingenti per una simile impresa solo per cercare di vendere i propri prodotti al resto del mondo. In questo caso non espongono ditte cinesi, ma vengono invitate imprese straniere che possano trarre vantaggio dal più grosso mercato di consumo del mondo.

E il mondo è andato a Shanghai. Oltre tremila imprese da 130 Paesi e quasi seicentomila partecipanti sono presenti all’Import Expo. Oltre mille imprese di 58 Paesi lungo la Nuova Via della Seta esporranno i propri prodotti a Shanghai. Vi sono importanti delegazioni da molte nazioni, inclusa una decina di capi di stato. L’eccezione che conferma la regola sono gli Stati Uniti, che non hanno mandato una delegazione ufficiale, anche se sono presenti 180 imprese americane. Il numero sarebbe sicuramente più alto se molte imprese non temessero rappresaglie da parte del governo. Ironicamente, l’Amministrazione americana dovrebbe essere lieta di un evento simile, in quanto più esportazioni americane in Cina ridurrebbero il deficit commerciale. Ma l’umore anti-cinese a Washington è così tossico che le occasioni non vengono colte.

Anche l’economia cinese trarrà beneficio dall’Import Expo. Molte industrie straniere ad alta tecnologia sigleranno importanti accordi commerciali con la controparte cinese, mettendo a disposizione della Cina prodotti ad alta tecnologia che il Paese non produce. Anche prima che si aprissero i portoni dell’Expo, erano pronti sessantamila accordi da siglare. La recente riduzione dei dazi cinesi su una serie di beni d’importazione contribuirà ad aumentare le vendite delle imprese straniere. Faranno concorrenza a imprese cinesi? Forse. Ma come ha osservato un funzionario, l’aumento della concorrenza costringerà le imprese cinesi a diventare più innovative e nella nuova era di “apertura” del Presidente Xi, l’innovazione è la chiave per il successo.