I presidenti delle due principali associazioni industriali tedesche hanno chiesto al governo di sospendere la prevista chiusura delle sei centrali nucleari rimaste nel Paese, tre delle quali dovrebbero essere spente entro la fine di quest’anno e le altre tre entro la fine del 2022
(https://www.gesamtmetall.de/aktuell/interviews/rot-gruen-rot-waere-eine-katastrophe).
In un’intervista al Bild del 17 settembre, il presidente dell’associazione dell’industria metallurgica (Gesamtmetall) Stefan Wolf ha dichiarato: “Nei prossimi anni, la domanda di elettricità aumenterà, anche a causa dell’aumento della mobilità elettrica, mentre allo stesso tempo stiamo uscendo dal carbone e non riusciamo a tenere il passo con il target dei nuovi impianti eolici”. Pertanto, è necessaria una “discussione sul ritorno al nucleare”. Wolf ha messo in guardia in particolare dagli scenari di un governo “rosso-verde-rosso” (SPD, Verdi e Sinistra) dopo le elezioni nazionali del 26 settembre, dicendo che “una tale coalizione sarebbe una catastrofe per la nostra prosperità. […] Porterebbe alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e indebolirebbe massicciamente la base industriale della Germania”.
Il 18 agosto, il presidente dell’associazione nazionale dell’industria chimica (VCI), Christian Kullmann, ha dichiarato al Frankfurter Allgemeine che importare più elettricità a prezzi crescenti solleva la questione “se non dovremmo usare di più l’energia nucleare noi stessi – almeno finché non abbiamo un carico base (alternativo) disponibile. Perché, se diventiamo dipendenti dalle importazioni, ciò diventerà molto costoso”. Kullmann ha proposto direttamente che il prossimo governo, qualunque esso sia, consideri di porre fine all’uscita dal nucleare.
L’ossessione della Germania sulla rinuncia al nucleare ha attirato severe critiche anche altrove in Europa. A maggio, la francese Ecole de Guerre Economique (EGE) ha pubblicato un rapporto intitolato “Io attacco! Come la Germania cerca di indebolire durevolmente la Francia sulla questione energetica”. Il rapporto mostra come l’uscita di Berlino dal nucleare e la folle spinta a decarbonizzare l’intera economia dell’UE stia mettendo la Germania contro i suoi vicini europei, in particolare i francesi.
Una sintesi di questo rapporto è stata pubblicata dal sito francese ContrePoints, che nota che “la Germania è brillantemente riuscita ad affermare i suoi interessi a spese di alcuni stati membri dell’UE” infiltrandosi in varie istituzioni europee e ha manipolato il dibattito “nascondendosi dietro una facciata di moralizzazione” su clima e ambiente.
Stando a ContrePoints, “la Germania è la principale beneficiaria dei finanziamenti dell’UE per progetti volti a garantire un ‘approvvigionamento energetico sicuro, pulito ed efficiente’”. Il giornale invita la Francia a costruire un contro-movimento, denunciando le azioni tedesche che vanno contro gli interessi dell’UE…” https://www.dw.com/en/germany-coal-tops-wind-as-primary-electricity-source/a-59168105.