Nel discorso sullo Stato dell’Unione tenuto il 5 febbraio il Presidente Trump ha lanciato una grossa sfida sia ai suoi sostenitori sia ai suoi nemici, ponendo grande enfasi sui temi che erano stati al centro della campagna elettorale che lo portò alla vittoria nel 2016: terminare le “guerre senza fine” e i colpi di stato per cambiare i regimi, rivitalizzare l’economia della nazione modernizzando le infrastrutture, porre fine alle “pratiche commerciali sleali” e rendere sicuri i confini della nazione.

Trump ha esordito con un appello all’unità, chiedendo a entrambi i partiti al Congresso di “scegliere la cooperazione, il compromesso e il Bene Comune… Sono pronto a lavorare con voi per ottenere miglioramenti storici per il nostro popolo… dobbiamo agire non come due partiti, ma come una nazione”. È tempo, ha aggiunto “di scegliere la grandezza e non lo stallo partigiano”.

L’espressione più pungente e l’aspetto forse più controverso del suo appello per il Bene Comune è stato nel ribadire l’impegno a ritirare le truppe americane dalla Siria e dall’Afghanistan. Verso la fine Trump ha rimproverato gli oppositori neocon dicendo: “Le grandi nazioni non combattono guerre senza fine”. Confermando di aver rotto con le dottrine geopolitiche, si è rifiutato di riferirsi alla Russia e alla Cina come “avversarie”. Questo è degno di nota, se si considera l’incessante campagna contro la Russia e la Cina condotta dai neoconservatori, comprendente l’uso dell’inchiesta “Russiagate” di Mueller.

Trump ha ribadito inoltre che la sua “nuova diplomazia ardita” include la “storica spinta per la pace” nella penisola coreana, che ha portato a un buon rapporto col Presidente Kim Jong-un. Ha colto l’occasione per confermare che i due leader terranno il loro secondo vertice in Vietnam il 27-28 febbraio.
Sulle infrastrutture ha fatto appello ai democratici a unirsi a lui “per lavorare… su un disegno di legge per nuovi e importanti investimenti nelle infrastrutture, inclusi investimenti nelle industrie all’avanguardia del futuro. Questa non è un’opzione. È una necessità”.

Il tema cui non ha risposto nel suo discorso è il rilancio dei settori industriale e delle infrastrutture. Nel passato aveva sostenuto alcuni aspetti delle quattro leggi di LaRouche: ripristino della legge Glass-Steagall, investimenti nelle infrastrutture con metodi da “sistema americano” e enfasi sui progressi scientifici. Adottare le quattro leggi di LaRouche è l’approccio programmatico indispensabile per realizzare i suoi obiettivi.