Il primo viaggio all’estero del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi (nella foto) nel 2018 lo ha portato nei paesi africani: Ruanda, Angola, Gabon e Repubblica Democratica di São Tomé e Príncipe. La sua visita è iniziata il 14 gennaio in Ruanda, che quest’anno ha la presidenza dell’Unione Africana. Oltre a discutere di progetti bilaterali, la visita era anche in preparazione del vertice triennale del Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC), che quest’anno si terrà a Pechino. All’ultimo vertice di Johannesburg sono stati discussi progetti infrastrutturali per l’Africa per 60 miliardi di dollari.

Durante la sua visita, stando all’agenzia Xinhua, Wang ha parlato di ancor maggiori volumi di investimento, discutendo come coordinare l’Iniziativa Belt and Road con le strategia di sviluppo dei Paesi visitati al fine di promuoverne l’industrializzazione e l’ammodernamento.

La Cina sta costruendo linee ferroviarie in Africa per una lunghezza totale di 6200 chilometri; alcune delle quali sono già state completate, come quella da Addis Abeba a Gibuti. Alla vigilia della visita di Wang si sono incontrati i Presidenti di Ruanda e Tanzania per siglare un accordo per la costruzione di una ferrovia moderna che colleghi le due capitali, Kigali e Dar-es-Salam, per una lunghezza di 1400 km. Altri 4000 km di binari sono previsti in Africa Occidentale, dove il Giappone si è offerto di cooperare con la Cina per costruire una ferrovia tra i cinque Stati costieri.

I fondi per questi progetti proverranno dalla Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture (BAII/AIIB), con sede a Shanghai, che è operativa da tre anni. L’amministratore delegato della banca Jin Liqun ha riferito che la BAII ha elargito finora 4 miliardi di dollari di prestiti per progetti, aggiungendo che nel 2018 si concentrerà sui progetti africani: “L’Asia si sta sviluppando rapidamente, ma non può sostenersi senza collaborare strettamente con i Paesi africani”, ha notato.

E dov’è l’Europa in tutto questo? Purtroppo assente. Helga Zepp-LaRouche, durante una videoconferenza del 17 gennaio, ha criticato duramente l’Unione Europea e il governo tedesco in particolare, la cui politica verso l’Africa si riduce a organizzare campi di raccolta in vari Paesi per impedire ai profughi di raggiungere l’Europa, ma non ha alcun piano per lo sviluppo di agricoltura e industria.

Dal canto suo, il Presidente francese Macron, durante la recente visita in Cina ha promosso la partnership franco-cinese per sviluppare l’Africa, ma aspettiamo di vedere i fatti. Un buon punto da cui cominciare sarebbe l’Africa Occidentale, in cui molti Paesi sono francofoni. In Sudafrica è operativa una iniziativa che coinvolge l’industria ferroviaria francese Alstom e i suoi partner nella joint venture “Gibela” per costruire una nuova linea di produzione di treni a Dunnottar, vicino a Johannesburg. Gibela è di proprietà per il 61% di Alstom, 30% di Ubumbano Rail, e 9% di New Africa Rail.