Poiché praticamente tutti gli aspetti della situazione internazionale, economici, politici e strategici, sono dominati dalla diffusione della pandemia di Covid-19, pubblichiamo lunghi estratti di un articolo scritto da Helga Zepp-LaRouche il 14 marzo, che illustra la posta in gioco e le misure necessarie per trasformare questa terribile crisi in una grande occasione per consolidare un nuovo paradigma nei rapporti internazionali. Segue l’inizio dell’articolo di Helga Zepp-LaRouche.
Stiamo vivendo la peggiore crisi sanitaria internazionale degli ultimi cento anni. Questa crisi è così pericolosa poiché la pandemia di Coronavirus coincide con la crisi finanziaria globale sistemica, che era già vicina all’esplosione prima che scoppiasse la crisi sanitaria e che ora la pandemia ha semplicemente innescato. Una soluzione esiste – ma solo se le società occidentali saranno disposte a sostituire tutti gli assiomi del modello neoliberista con una politica economica che non sia più dominata da considerazioni monetariste, cioè dai profitti degli speculatori, ma dal valore assoluto della vita umana, dai principi della scienza e dalla solidarietà con l’intera famiglia dell’umanità.
Perfino il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente menzionato ciò che non può più essere trascurato: il sistema politico liberaldemocratico non è in grado di reagire adeguatamente alle minacce esistenziali. Quanto prima l’Europa e gli Stati Uniti capiranno che dobbiamo adottare esattamente le stesse misure di salute pubblica che la Cina ha adottato a gennaio nella città di Wuhan e nella provincia di Hubei, tante più vite umane saranno salvate. Invece di sfruttare il tempo guadagnato dalle azioni decisive del governo cinese – giustamente definite assolutamente esemplari dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – i governi occidentali hanno sprecato settimane inestimabili. Di conseguenza, l’Europa è diventata l’epicentro della pandemia e la situazione degli Stati Uniti non è del tutto chiara a causa dello scarso numero di tamponi finora effettuati.
Ma la necessaria riorganizzazione non può limitarsi solo al settore sanitario. Abbiamo bisogno di un paradigma completamente nuovo in politica e in economia se vogliamo evitare un crollo della civiltà come quello del XIV secolo. Molti scienziati in diverse nazioni ipotizzano che circa il 70% della popolazione sarà contagiato entro i prossimi uno o due anni, almeno fino a quando non sarà possibile scoprire e produrre un vaccino. Il Prof. Christian Drosten dell’Ospedale Charité di Berlino cita un nuovo studio che dice che non possiamo più contare su un rallentamento della diffusione del virus in primavera e in estate. Allo stesso tempo, si deve presumere che la pandemia continuerà a diffondersi nell’emisfero meridionale dove sta finendo l’estate, per poi tornare nell’emisfero settentrionale in autunno, rafforzata e possibilmente in forma mutata.
Ciò significa che non solo dovremo correggere le conseguenze dei tagli draconiani al sistema sanitario pubblico nazionale negli ultimi decenni e dotarlo nel più breve tempo possibile dei mezzi e delle apparecchiature necessarie per curare il numero di pazienti previsto, ma dovremo anche creare le condizioni per un sistema sanitario globale a breve termine.

Le misure immediate da prendere

La crisi attuale non giunge affatto inattesa. Già nel 1974, Lyndon LaRouche diede vita a quella che chiamò “Taskforce contro l’Olocausto Biologico” con il compito di indagare sull’impatto – soprattutto sui Paesi in via di sviluppo – della politica di austerità e delle condizioni imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale. LaRouche e i suoi colleghi pubblicarono i risultati di questi studi in una serie di rapporti che mettevano in guardia sul fatto che il declino del tenore di vita causato da queste istituzioni nei diversi continenti avrebbe portato al risorgere di vecchie piaghe e all’insorgere di nuove malattie e pandemie.
Se si considerano le condizioni di molte nazioni in Africa, Asia, America Latina, e anche nelle regioni più povere dell’Europa e degli Stati Uniti oggi, diventa molto chiaro che solo un cambiamento globale di politica può porre rimedio a questo. Circa 2 miliardi di persone non hanno attualmente acqua potabile pulita e la maggior parte dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo non hanno un sistema sanitario moderno. Attualmente esiste un’emergenza dovuta a carestie in diversi Paesi dell’Africa australe. Una piaga di locuste, contro la quale la comunità internazionale non ha agito in modo tempestivo, minaccia di distruggere decine di nazioni in Africa, Asia e America Latina. A seguito delle cosiddette “guerre di intervento umanitario” e del già citato sottosviluppo, milioni di profughi sono fuggiti verso l’Europa e l’America per sfuggire al pericolo di morte.
Pertanto, se vogliamo evitare che la pandemia di Coronavirus si diffonda a ondate e migri dall’emisfero boreale all’emisfero australe e viceversa, creando così potenzialmente il terreno fertile per ulteriori, simili e peggiori virus, dobbiamo avviare un radicale cambiamento sistemico.
* Occorrerà costruire in tutto il mondo ospedali con reparti di isolamento, seguendo l’esempio di Wuhan e della provincia di Hubei, che hanno costruito ben quattordici ospedali temporanei con i necessari letti per la terapia intensiva. Nel farlo occorrerà rispettare gli standard stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Cina, per esempio, ha costruito strutture con sedicimila nuovi letti d’ospedale in un solo mese.
* Dovranno essere istituiti centri internazionali per la ricerca sul virus COVID-19 e su altri agenti patogeni virali e batterici. Dovranno essere sviluppati e provati i vaccini. I risultati della ricerca in biofisica, biologia nucleare e medicina spaziale devono essere resi immediatamente disponibili a tutte le nazioni. Il modello di riferimento per questo è la concezione di una “Difesa strategica della Terra” (SDE) sviluppata da Lyndon LaRouche, in cui uno dei punti principali è la protezione della vita umana dalle pandemie.
Queste misure a livello mondiale richiedono investimenti che non possono essere effettuati con il sistema finanziario attuale, ormai al collasso. Le attuali azioni delle banche centrali, che iniettano liquidità nel sistema finanziario a suon di migliaia di miliardi di dollari, e persino lo stanziamento di fondi straordinari da parte dei governi non saranno sostenibili a causa di un’esplosione monetaria iperinflazionistica.
Se vogliamo combattere con successo la pandemia di Coronavirus e costruire e dotare di apparecchiature moderne gli ospedali necessari, abbiamo bisogno del pacchetto totale di azioni proposto da Lyndon LaRouche nel giugno 2014:
1. Deve essere immediatamente introdotto a livello internazionale un sistema di separazione bancaria basato esattamente sul modello del Glass-Steagall Act firmato dal Presidente Franklin Roosevelt il 16 giugno 1933. Le banche di deposito devono essere poste sotto tutela statale e separate completamente, con una “muraglia cinese”, dalle banche d’affari e altre entità speculative che non dovranno più aver accesso agli attivi delle banche commerciali, né avere il privilegio di essere salvate dal contribuente. I titoli tossici di queste banche, compresa l’esposizione in derivati, devono essere cancellati. I titoli legittimi, legati all’economia reale, alle pensioni o altri patrimoni dei lavoratori devono essere riconosciuti validi nel nuovo sistema. Alcuni crediti dovranno essere provvisoriamente congelati e la loro validità esaminata dalle istituzioni nazionali.
2. Ogni Paese creerà una banca nazionale nella tradizione di Alexander Hamilton o sul modello della postbellica Kreditanstalt für Wideraufbau (KfW). Lo scopo della banca sarà quello di erogare credito per gli investimenti produttivi, la cui destinazione sarà decisa secondo i principii di elevata densità del flusso energetico e di aumento ottimale della produttività degli impianti e del lavoro, ponendo l’accento sul progresso scientifico e tecnologico.
3. Tra i Paesi partecipanti sarà stabilito un sistema di parità monetarie fisse ma aggiustabili e saranno conclusi trattati tra gli Stati sovrani su ben definiti progetti infrastrutturali e di sviluppo. Questi trattati, presi nel loro insieme, rappresentano di fatto un nuovo sistema di Bretton Woods così come lo intendeva Roosevelt, con l’intento esplicito di fornire credito per lo sviluppo industriale del settore emergente.
4. L’urgente aumento di produttività dell’economia mondiale per sostenere una popolazione mondiale di quasi otto miliardi di persone deve essere facilitato per mezzo di un programma d’urto internazionale per controllare e produrre l’energia di fusione nucleare e altre tecnologie avanzate come la biofisica ottica e le scienze della vita, per trovare soluzioni a sfide come il Coronavirus, e per rafforzare la cooperazione internazionale nella tecnologia spaziale e nei viaggi interplanetari, stabilendo così la prossima piattaforma economica dell’economia mondiale, una piattaforma di ordine superiore all’attuale così come propugnato da Lyndon LaRouche.
Le sole istituzioni che possano avviare un tale programma mondiale sono i governi che rappresentano una larga fetta della popolazione mondiale. Perciò non è in alcun modo sufficiente che i governi del G7 raggiungano un consenso tra di loro, ma è necessario che coinvolgano Russia, Cina e India.
Questo significa anche che la geopolitica va finalmente superata e sostituita con l’idea di un futuro e scopi condivisi dell’umanità. Se non vogliamo cadere in una nuova epoca buia dobbiamo sostituire le idee neomaltusiane, l’antiscientifico “Green New Deal”, il monetarismo e l’eurocentrismo con le idee dell’economia fisica, guidati esclusivamente dai principii delle leggi dell’universo dimostrabili scientificamente.
Infine, forse il cambiamento più importante che dobbiamo fare è quello nel nostro pensiero: abbiamo bisogno di un nuovo rinascimento umanistico, un rinascimento della cultura classica, perché il mondo è stato condotto a questo punto non per ultimo dall’edonismo sfrenato che ha accompagnato la democrazia liberale e liberista. È giunto il momento di accantonare l’ideologia del ‘va bene tutto’. Supereremo questa crisi solo se avremo ritrovato un timone interiore o una determinazione che si accordi con l’amore per l’umanità. Ma dopotutto è per questo che siamo esseri umani!