Il col. Alain Corvez, ex consigliere delle forze ONU in Libano (UNIFIL) ed ex consigliere del ministero degli Esteri francese, ha concesso un’intervista all’EIR il 9 gennaio, due giorni dopo la strage di Charlie Hebdo, e il giorno in cui venivano catturati gli ostaggi nel negozio ebraico.

Ruolo saudita nel 9/11: “Penso che sarebbe molto buono se venissero pubblicate quelle 28 pagine, e tutti fossero informati del contenuto. Molto probabilmente, come lei sembra indicare, ci sono delle rivelazioni molto interessanti in quelle pagine, dato che non sono state pubblicate col resto del rapporto. Qualcuno voleva che rimanessero segrete. I servizi di intelligence USA e in tutto il mondo lavorano allo stesso modo, ma se certe forze – e lei ha menzionato in particolare l’Arabia Saudita – hanno svolto un ruolo negli attacchi dell’11 settembre, ciò deve essere reso noto”. Se ciò avviene, “avremo sicuramente un’idea diversa di chi commissionò ciò che avvenne l’11 settembre 2001 negli Stati Uniti”.

Rapporto tra il 9/11 e la strage di Parigi: nel 2001, ha osservato Corvez, fu trovato il passaporto di uno dei terroristi, intatto, sulle macerie del World Trade Center, mentre tutto il resto era distrutto. Nel 2015, gli assassini di Charlie Hebdo hanno lasciato una carta d’identità sull’automobile usata per la fuga, cosa che non farebbe mai alcun professionista. Anche se non ha “per il momento prova materiale che indichi che ci siano potenze straniere dietro gli attacchi”, ma “questi due fatti sono elementi incoerenti e sorprendenti”.

Sulla base dei video, Corvez conclude che i due fratelli fossero dei professionisti “che avevano accuratamente preparato il colpo”, e che “dovevano avere un piano e probabilmente ordini da eseguire”.

L’assassinio dell’economista Bernard Maris, che si trovava nella sede di Charlie Hebdo in quel momento. Corvez fa notare che Maris era “un forte critico del mondo finanziario”. Allora, “coloro che hanno pianificato l’attacco volevano prendere due piccioni con una fava? Non lo so, ma molti quesiti rimangono senza risposta”.

Ritorno all’indipendenza nazionale. Corvez è pienamente d’accordo su questo. L’indipendenza nazionale è stata talmente erosa, e la diplomazia USA e quella francese si sono talmente avvicinate che “è legittimo chiedersi: è questo un segnale che potenze straniere stanno cercando di darci, dicendoci: ‘State attenti, non vi allontanate troppo da noi, altrimenti potremmo farvi del male…'”.

Qui il testo integrale dell’intervista in francese: “Le colonel Alain Corvez : les 28 pages changeront notre vision du 11 septembre”