Nonostante attacchi massicci e vere e proprie calunnie da parte dei media e dei leader politici (anche nel partito della Linke), la manifestazione “Rivolta per la pace”, che si è tenuta il 25 febbraio alla Porta di Brandeburgo a Berlino, ha visto un’affluenza di circa 50.000 persone – la più grande manifestazione di questo tipo dai primi anni Ottanta, quando il “movimento per la pace” era all’apice. L’approccio adottato da Sahra Wagenknecht e Alice Schwarzer, le organizzatrici della manifestazione, per una campagna a favore della pace che vada oltre le differenze di partito, ha riscosso l’adesione di una parte sostanziale della popolazione. Le manifestazioni contro la guerra tenutesi in altre città tedesche, che non hanno adottato questo approccio, hanno attirato molta meno gente.
Il preludio alla manifestazione di Berlino è stato il “manifesto per la pace e la diplomazia” di Wagenknecht-Schwarzer, pubblicato due settimane prima, che finora è stato sottoscritto da oltre 670.000 persone. La grande manifestazione di Berlino è stata preceduta anche dall’inaspettata partecipazione di circa 20.000 persone alle proteste contro la Conferenza sulla sicurezza a Monaco il 18 febbraio.
Wagenknecht ha sottolineato a Berlino che le “urla isteriche” provenienti dai media e dai partiti allineati alla NATO sono dettate dal timore che il movimento contro la guerra cresca. Questa manifestazione è solo l’inizio di un ritorno di un movimento di massa per la pace, ha annunciato, perché la gente non sostiene la politica di questo governo – in particolare del ministro degli Esteri Annalena Baerbock – che “si comporta come un elefante in un negozio di porcellana” e ha persino dichiarato guerra alla Russia. Tutti i riferimenti alla Baerbock da parte dei relatori e ai “pazzi guerrafondai verdi” hanno scatenato un’ondata di fischi e di epiteti coloriti da parte della folla.
Molto importante è che la Wagenknecht abbia demolito la propaganda dilagante sugli eroici combattenti “difensori della libertà” in Ucraina, respingendo al mittente le accuse di connivenza con “estremisti di destra” come l’AfD. Sono loro, il governo, gli estremisti di destra, che si alleano con i seguaci del filonazista Bandera, come l’ex ambasciatore ucraino in Germania e attuale viceministro degli Esteri di Kiev, Andrij Melnyk.
Alla vigilia della manifestazione a Berlino, la Wagenknecht aveva appoggiato le iniziative di pace di Brasile, Cina e Vaticano che il governo tedesco dovrebbe sostenere invece di mandare armi all’Ucraina e illudersi di poter infliggere alla Russia una sconfitta totale e la rovina economica.
Il pericolo che le forniture di armi all’Ucraina portino ad un’escalation verso uno scontro nucleare tra l’Occidente/NATO e la Russia è stato denunciato da tutti i relatori, in particolare dal Gen. Erich Vad, ex consigliere militare di Angela Merkel. Vad ha ribadito che la diplomazia non può essere sostituita. L’approccio dell’attuale governo tedesco, ha avvertito il generale a Berlino, trasformerebbe tutta l’Europa in un campo di battaglia, con un tributo di vite umane e distruzione ben superiore a quello finora pagato in Ucraina. Non si vedeva un ex alto ufficiale della Wehrmacht su di un palco del genere dai tempi di Gert Bastian.
Mentre la dirigenza della Die Linke ha continuato ad attaccare la Wagenknecht per le sue presunte aperture alla destra, un politico di spicco del partito l’ha invece sostenuta: Amira Mohamed Ali, capogruppo al Bundestag, parlando di una “manifestazione pacifica con un numero schiacciante di partecipanti”. Inoltre, molti esponenti della base del partito hanno dato il loro appoggio all’iniziativa della Wagenknecht. D’altronde, quest’ultima è stata molto chiara: abbiamo diffidato dal partecipare con bandiere e simboli di partito, ma abbiamo invitato tutti i tedeschi, di ogni fede politica, che sono sinceramente contro la guerra, ha detto dal palco.
Quanto ai Verdi, messi sul banco degli imputati come partito guerrafondaio, stanno perdendo sostegni tra gli elettori.

Sempre sabato 25 si sono tenute manifestazioni per la pace in numerose capitali europee, tra cui Roma, Parigi, Londra e Bruxelles. Alla manifestazione di Roma, organizzata da Democrazia Sovrana e Popolare a piazza Ss. Apostoli, ha parlato Antonio Ingroia, che aveva già parlato a due conferenze dello Schiller Institute nei mesi scorsi sulla necessità di creare un movimento per la pace, ed ha mandato un messaggio di sostegno alla manifestazione “Rage against the War Machine” che si è tenuta a Washington il 19 febbraio.