La dichiarazione rilasciata il 29 ottobre dal Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, secondo cui “la Germania deve essere pronta alla guerra” nei confronti della Russia, ha suscitato notevole clamore. Benché Pistorius abbia tentato di fare marcia indietro, affermando che intendeva solo dire “pronta alla difesa”, sarebbe ingenuo non considerarlo un altro cambiamento di fase della Germania in direzione di una completa militarizzazione. Infatti, pochi giorni dopo, Pistorius ha annunciato che nel 2024 gli aiuti militari all’Ucraina saranno raddoppiati.
Ma ancora più indicativo del pericolo è un documento strategico pubblicato il 17 novembre dalla Associazione Tedesca per la Politica Estera (DGAP), l’organizzazione consociata dell’American Council on Foreign Relations. Gli autori Christian Mölling e Torben Schütz avvertono che la NATO deve essere pronta a combattere una guerra importante entro cinque-nove anni, che l’alleanza si trova in una “corsa contro il tempo”, poiché la Russia “rappresenta la minaccia più grande e più urgente per i paesi della NATO”. E ancora: “Una volta terminati gli intensi combattimenti in Ucraina, al regime di Mosca potrebbero bastare anche solo sei-dieci anni per ricostituire le proprie forze armate. In questo lasso di tempo, la Germania e la NATO devono mettere le proprie forze armate in grado di poter dissuadere e, se necessario, combattere contro la Russia. Solo così potranno ridurre il rischio di un’altra guerra in Europa” (https://dgap.org/en/research/publications/preventing-next-war).
Questo significa che, ancora una volta, i soldati tedeschi combatteranno una guerra contro la Russia, come ottant’anni fa? Questi “esperti” credono davvero che l’America possa essere in grado di evitare la sconfitta questa volta?
In ogni caso, creando probabilmente un forte disagio tra alcuni vicini europei, gli autori sostengono la necessità di trasformare le forze armate tedesche “nell’esercito più forte d’Europa e nella spina dorsale della difesa alleata”, e di assicurarsi che “la difesa generale diventi una parte della vita quotidiana nella politica, nell’economia e nella società civile”.
In un volantino intitolato “No alla militarizzazione della Germania – Fermiamo l’escalation verso la Terza Guerra Mondiale!”, distribuito alla manifestazione contro la guerra di Berlino il 25 novembre, Helga Zepp-LaRouche (foto) risponde alle illusioni dell’autoproclamata “élite” che gli autori sostengono di rappresentare. L’autrice critica il tipo di “cambiamento di mentalità nella società” auspicato dal DGAP, con la sua richiesta che la Germania “faccia un salto di qualità” nel rendere la Bundeswehr la più grande forza NATO in Europa, nello sviluppare massicciamente l’industria tedesca degli armamenti e nel preparare tutti i settori della società alla difesa del paese” (anche attraverso “un tirocinio obbligatorio per tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che vivono in Germania, per dare loro esperienza in settori rilevanti per la difesa totale”).
Invece di questa follia, che porterà sicuramente alla catastrofe, Helga Zepp-LaRouche propone un “cambiamento di mentalità” in una direzione completamente opposta. “Abbiamo bisogno di un forte movimento per la pace e di cittadini sovrani, che garantiscano che il loro governo si impegni a cooperare con il Sud globale e a “rifiutare una volta per tutte la geopolitica”.