Il 9 maggio, ricorrenza del 75° anniversario della Vittoria contro il nazifascismo in Europa, lo Schiller Institute ha tenuto una teleconferenza riunendo rappresentanti di Stati Uniti, Russia, Germania, Francia e altri. Lo scopo era quello di riflettere sul passato, ma anche sull’urgenza odierna della cooperazione internazionale tra le nazioni contro i nemici comuni, tra i quali la fame, le malattie, il crollo economico e i conflitti geopolitici, che, se lasciati incontrollati, minacciano di condurre a una nuova guerra mondiale, aggravata dal crollo del sistema finanziario transatlantico.
È infatti essenziale riconoscere e comprendere gli errori che portarono a tragedie come la seconda guerra mondiale, per evitare che si ripetano. In questo contesto, la demonizzazione della Russia e della Cina deve essere denunciata a chiari termini e respinta. Per questo, il ruolo degli Stati Uniti è fondamentale, e l’esito della lotta che ora infuria a Washington sulla politica estera è cruciale, come dimostra l’esempio che segue.
Quest’anno erano previste importanti manifestazioni in Russia per la commemorazione del primo incontro sull’Elba tra i soldati sovietici e americani il 25 aprile 1945, così come della fine della guerra, celebrata in Russia il 7 maggio. Esse avrebbero contribuito a ridurre le tensioni tra il cosiddetto “Occidente” e la Russia. Purtroppo, il lockdown dovuto al coronavirus ha impedito che si tenessero.
Ciononostante, il 25 aprile Trump e Putin ebbero una conversazione telefonica ed emisero un comunicato congiunto che si conclude così: “Lo ‘Spirito dell’Elba’ è un esempio di come i nostri Paesi possano accantonare le differenze, costruire la fiducia e cooperare alla ricerca di una causa più grande”. Poco più di due settimane dopo, il 9 maggio, i due Presidenti si sono nuovamente sentiti per telefono e hanno discusso, secondo la versione del Cremlino, “i problemi urgenti del nostro tempo, tra cui il mantenimento della stabilità strategica, la lotta al terrorismo, la risoluzione dei conflitti regionali e il controllo dell’epidemia”. Il Presidente Trump ha dichiarato in seguito che il caso Russiagate era “una bufala assolutamente disonesta” tale da rendere difficili i rapporti bilaterali, aggiungendo che sperava che nuovi sviluppi lo dimostrassero definitivamente.
Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha una versione molto diversa su questa commemorazione. Ha radunato i Ministri degli Esteri di Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia per rilasciare una dichiarazione congiunta che ricorda la fine della Seconda Guerra Mondiale non come la sconfitta del fascismo, piuttosto come l’inizio di 50 anni di oppressione comunista da parte della Russia sull’Europa dell’Est! In altre parole, ancora scontro.
Allo stesso modo, Mike Pompeo, i neocon e i fanatici geopolitici di entrambi i principali partiti ripetono instancabilmente le accuse contro la Cina per aver deliberatamente diffuso il coronavirus, se non peggio, mentre il presidente Trump è sottoposto a tremende pressioni per seguire la stessa linea, col pretesto che questo aumenterà le sue possibilità di essere rieletto alle prossime elezioni.