Il Guardian illustra le intenzioni del governo di Londra di insistere nella costruzione, tramite una successione di vertici internazionali, di una “strategia complessiva per combattere la disinformazione russa e per sollecitare un ripensamento sul dialogo diplomatico tradizionale con Mosca”. I vertici che dovrebbero essere sfruttati a tale scopo sono il G7, il G20, quello della NATO e quello dell’UE.

“Il ministro degli Esteri vede la risposta della Russia ai fatti di Duma e Salisbury come un punto di svolta e pensa vi sia un sostegno internazionale ad azioni ulteriori”, ha detto un funzionario di Whiteall al Guardian. “Le aree alle quale è più interessato il Regno Unito sono il contrasto della disinformazione russa e l’individuazione di un meccanismo di corretta rendicontazione dell’uso di armi chimiche”. Il riferimento è ovviamente alle sporche operazioni britanniche atte a biasimare la Russia (caso Skripal di marzo) e la Siria (con il finto attacco chimico di aprile).

Il piano prevede l’introduzione di sanzioni come quelle previste dopo il caso Magnitskij.

James Nixey, capo del Programma su Russia ed Eurasia presso l’Istituto Reale per gli Affari Internazionali (Chatam House) ha dichiarato al Guardian: “È difficile convincere anche il più vicino alleato a prendere misure concrete con un impatto, se non si è preparati a sacrificare un parte degli investimenti russi nel nostro Paese e ad aderire a un punto di principio. Le affermazioni del governo a questo proposito sono state o ambigue o polivalenti”.

Stando a Nixey, “i diplomatici sono stati parte del problema. Conosciamo la Russia come un Paese in forte disaccordo con l’Occidente per lunghi anni dell'”ordine post guerra fredda”, risalendo fino a prima della Georgia del 2008. Ma i diplomatici sono fortemente costretti a cercare relazioni migliori. Di principio è cosa lodevole, ma logicamente non si possono avere relazioni migliori con qualcuno dal quale si divorzia a causa di differenze inconciliabili”.

Contrapponendosi a questa russofobia, il Guardian cita Sir Anthony Brenton, ambasciatore in Russia nel periodo 2004-2008, il quale insiste sulla possibilità, tutt’ora, di perseguire un’agenda fruttuosa comune con la Russia, sui temi come il disarmo nucleare, il terrorismo di etichetta islamista e la guerra cibernetica. “Accidenti, che cosa ha voluto fare il Ministro degli Esteri di Sua Maestà [Boris Johnson] paragonando il campionato di calcio russo con le Olimpiadi di Hitler del 1936?”, ha domandato. “Se cercavate una singola dichiarazione davvero calcolata per far infuriare i russi, eccola: il Ministro ha detto ai russi di tacere. La diplomazia elementare ha una lunga storia con i russi e abbiamo bisogno di ritornarvi”. (Nella foto una manifestazione del LaRouchePAC negli Stati Uniti: basta guerre per le menzogne britanniche!).