Dopo che la Federal Reserve ha iniettato, negli ultimi tre giorni, 200 miliardi di dollari nelle banche di Wall Street e dopo l’annuncio della ripresa del QE in Europa, per la prima volta dal 2008-2009 la City di Londra e Wall Street hanno cominciato a andare nel panico, per via dell’instabilità nel breve periodo del loro sistema marcio e fallito. Come ha sottolineato per prima Helga Zepp-LaRouche, la loro speranza è di riuscire a manovrare i popoli con la paura dei cosiddetti cambiamenti climatici, persuadendoli ad accettare l’incanalamento delle risorse pubbliche negli investimenti “verdi”, sotto il controllo di specifiche entità analoghe alla londinese “Green Finance Initiative”, sul conto delle quali lo Schiller Institute pubblicherà presto un dossier. Dietro alle preoccupazioni per la natura, dunque, si nascondono interessi spregevoli. È ciò che lo Schiller Institute e il LaRouche PAC stanno denunciando a New York in questi giorni, davanti al Palazzo delle Nazioni Unite e in contrasto con le indicazioni del sistema scolastico di New York che sono vere e proprie pressioni su studenti e genitori affinché sostengano gli “scioperi ecologisti” del venerdì.

Nel frattempo gli ambienti repubblicani e democratici stanno sperimentando significativi cambiamenti. Su Politico sono comparsi articoli a proposito degli effetti del licenziamento di Bolton: esso ha fatto accendere i riflettori sulla situazione politica americana. Contrariamente alle analisi della stampa internazionale, secondo cui Trump era nelle mani di Bolton o Pompeo, il licenziamento di Bolton mostra implicazioni più pratiche e più ottimistiche della dinamica dei rapporti tra il presidente americano e il corrotto apparato elettorale repubblicano da lui impiegato. Entrambi i falchi dell’establishment, Bolton e Pompeo, sono rappresentativi delle fazioni repubblicane che favorirono l’ascesa di Trump. Il licenziamento di Bolton e l’orientamento di Pompeo a candidarsi al Senato nel Kansas indicano che Trump sembra essersi liberato dalle costrizioni imposte dal Partito Repubblicano nella capitale. Questo, almeno, fanno intendere le loro lagnanze su Politico. Chiamano quello di Trump un “governo di uno solo”, che è proprio quello che molti elettori, al canto di “prosciuga la palude”, volevano.

Anche nel Partito Democratico americano, tutto proteso verso l’impeachment, sono visibile delle crepe. Jerrold Nadler guida le farsesche audizioni della Commissione Giustizia alla Camera, che questa settimana dovranno occuparsi di Corey Lewandowski, dirigente dell’organizzazione elettorale di Trump, ancora a proposito dell’inchiesta di Robert Mueller. I democratici intorno a Nadler, infuriati dalla calma di Lewandowski nel trattare della propria testimonianza prestata su ordine di Trump a Mueller, hanno fatto ricorso rabbiosamente alle male parole, minacciandolo di imputazioni penali e sostenendo che si attenga ancora a quanto dichiarato davanti a Mueller per una precisa “consapevolezza della propria colpa”. Che cosa dichiarò Lewandowski a Mueller? Che Trump gli aveva chiesto di far sapere al Ministro della Giustizia Jeff Sessions che non avrebbe dovuto rifiutarsi di lasciarsi indagare nell’ambito dell’inchiesta sul Russiagate e che avrebbe dovuto far sì che tale inchiesta non mettesse a repentaglio le future elezioni. Ciò avvenne mentre James Comey assicurava Trump che non era il bersaglio dell’inchiesta di counterintelligence dell’FBI e mentre non era stata trovata nessuna prova di comportamenti scorretti durante la sua campagna elettorale.

Stando a Politico, la presidente democratica della Camera Nancy Pelosi ha criticato apertamente il gruppo di Nadler in una riunione del partito a porte chiuse; ha stupito i suoi facendo notare che la Commissione sulla Giustizia era sulla pista sbagliata e che i voti dei deputati democratici non sarebbero sufficienti per ottenere l’impeachment. “Continuate così e sbatterete la testa”, avrebbe detto. Nel mentre, questa settimana i candidati democratici giacobini hanno lanciato una nuova iniziativa per chiedere un assurdo impeachment di Brett Kavanaugh, giudice associato presso la Corte Suprema, sulla base delle calunnie del New York Times già sconfessate dal medesimo, compromettendo così le proprie candidature per il 2020.

La dinamica in corso è dovuta alla rivolta degli elettori contro entrambe le strutture partitiche, preoccupati per l’industria e le infrastrutture nazionali, per l’occupazione produttiva, ecc. tutte in mano al casinò finanziario del collassante sistema di Wall Street. I democratici si stanno posizionando intorno al Green New Deal, denunciato dal LaRouche PAC, e a vagheggiate riforme di Wall Street. Anche l’Unione Europea si accoda, arrivando ad imporre governi non voluti dai cittadini, come nel caso recente del nostro Paese, l’Italia.

L’organizzazione elettorale di Trump è alla ricerca di una vera politica economica che possa costruire le infrastrutture moderne propizie alla vera ripresa economica e possa finanziare i progressi scientifici fondamentali (tra i quali la fusione e l’esplorazione umana dello spazio extra-atmosferico), aspetti che sono compresi nelle celebri “Quattro Leggi per la Ripresa Economica” proposte da Lyndon LaRouche nel 2014. Stiamo manifestando in tutto il mondo, coerentemente con l’appello di Helga Zepp-LaRouche ai giovani: il vero nuovo “New Deal” è quello di LaRouche; il piano ecologista messo in bocca alla Ocasio-Cortez promette soltanto la distruzione a chiunque lo tocchi, come il mantello avvelenato di Medea.

A questo proposito pubblichiamo qui di seguito il documento programmatico del LaRouche PAC dal titolo “Ci impegniamo per la missione verso Luna e Marte – La vera scintilla per il cambiamento della cultura”:

https://read.larouchepac.com/larouchepac/we-commit-to-the-moon-mars-mission-the-true-spark-for-changing-the-culture?pid=NTk59125&v=1.2