Pubblichiamo il discorso di apertura di Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, alla conferenza internazionale su “una nuova architettura di sicurezza e sviluppo per tutte le nazioni” tenuta dallo Schiller Institute sabato 9 aprile.

Cari partecipanti da tutto il mondo!

Ciò che ci riunisce qui oggi, con partecipanti provenienti da oltre 60 paesi di quattro continenti, è la nostra grande preoccupazione che l’esistenza stessa dell’umanità sia in grave pericolo. L’obiettivo della nostra conferenza è quello di suscitare la consapevolezza di forze sociali sempre più grandi in tutto il mondo, che a causa del pericolo dell’attuale escalation dello scontro strategico, potrebbe presto scoppiare una guerra tra la NATO e la Russia che porterebbe ad una guerra mondiale, che con tutta probabilità significherebbe l’annientamento dell’umanità in un successivo inverno nucleare. Lo scopo della nostra conferenza è quindi quello di dimostrare nel modo più chiaro che esiste un’alternativa immediatamente accessibile, un nuovo paradigma, che può porre fine a questa minaccia mortale e dare il via ad una nuova era della storia umana in coesione con la vera natura del genere umano come l’unica specie conosciuta finora capace di ragione.

Il rischio che si arrivi ad una guerra generale non è iniziato il 24 febbraio di quest’anno. Come previde Lyndon LaRouche con grande preveggenza nell’agosto 1971, quando Nixon sostituì i tassi di cambio fissi del sistema di Bretton Woods con tassi di cambio fluttuanti, una continuazione di questa politica monetarista avrebbe portato inevitabilmente ad un nuovo fascismo e ad una nuova guerra mondiale. E 50 anni dopo sta accadendo esattamente questo. L’acuto pericolo di guerra, una guerra generale, deriva dal fatto che il sistema finanziario neoliberista transatlantico era già in uno stadio avanzato di un’esplosione iperinflazionistica di un sistema irrimediabilmente in bancarotta prima ancora che iniziasse la guerra in Ucraina.

Per capire le vere ragioni della crisi ucraina bisogna risalire ai motivi per cui si è persa la grande occasione storica che esisteva dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica di dar vita ad un vero ordine di pace, come abbiamo proposto con il programma del ponte terrestre eurasiatico. Un buon punto di partenza è un documento, originariamente fatto trapelare al NYT da un informatore nel marzo 1992, che divenne noto come la Dottrina Wolfowitz, scritta nello spirito del precedente Progetto di un Nuovo Secolo Americano. Dichiarava che parte della missione americana sarebbe stata quella di assicurare il suo ruolo di unica superpotenza nel mondo post-sovietico, che avrebbe avuto una potenza militare sufficiente a dissuadere qualsiasi nazione o gruppo di nazioni dallo sfidare il primato americano. L’8 marzo. 1992 il NYT scrisse: “…il Pentagono documenta il più chiaro rifiuto fino ad oggi dell’internazionalismo collettivo, la strategia emersa dalla Seconda Guerra Mondiale quando le cinque potenze vincitrici cercarono di formare un’Organizzazione delle Nazioni Unite che potesse fungere da mediatrice nelle dispute e controllare gli scoppi di violenza”.

La Dottrina Wolfowitz è la vera ragione per cui non fu mantenuta la promessa fatta a Gorbaciov dal Segretario di Stato James Baker in tre diverse occasioni nel febbraio 1990, ovvero che la NATO non si sarebbe estesa “di un centimetro a est” della Germania. La Dottrina Wolfowitz, basata sul rapporto speciale anglo-americano, è stata l’assioma di base per tutta una serie di politiche a venire, a partire dalla cosiddetta “terapia d’urto” delle riforme liberiste imposte dal FMI alla Russia negli anni ’90, che, considerata la ricchezza di materie prime e competenze scientifiche della Russia, mirava esplicitamente a eliminare un potenziale concorrente futuro sul mercato mondiale, e che ha ridotto la capacità industriale della Russia dal 1991 al 1994 a solo il 30%. È stata la base per le varie guerre interventiste in Irak, i bombardamenti contro la Yugoslavia, le guerre contro l’Afghanistan, la Libia, la Siria, così come le cinque espansioni della NATO all’Est. Il discorso di Putin alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2007, fu una drammatica protesta contro la messa in atto di un mondo unipolare, che è rimasta essenzialmente senza risposta come le varie definizioni di “linee rosse” riguardanti gli interessi di sicurezza fondamentali della Russia, fino a quella recente agli Stati Uniti e alla NATO il 17 dicembre. articolata da Putin. Il conflitto tra la pretesa di mantenere essenzialmente un mondo unipolare e l’emergere di un mondo multipolare che è stato il risultato naturale dell’ascesa economica della Cina, il successo della Iniziativa Belt and Road a cui hanno aderito oltre un centinaio di paesi, la partnership strategica tra Russia e Cina, e più recentemente, il rifiuto di molti paesi, come India, Pakistan, Brasile, Sud Africa e altri di essere trascinati nello scontro geopolitico tra l’Occidente e Russia e Cina-, questo conflitto è al centro del pericolo attuale.

È terribile che abbiamo una guerra in mezzo all’Europa, ma lo erano anche le guerre in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Yemen ecc. E qualcuno pensava che i militari russi avrebbero potuto giungere a un’altra conclusione, quando hanno visto il martellamento di sanzioni sempre più dure, l’attuazione di vari scenari dei think tank Rand e il coro dei politici occidentali sullo “schiacciare” l’economia russa, “schiacciare” Putin, “schiacciare” il sistema russo -, la più grande potenza nucleare del pianeta? E ora, dopo che i negoziati tra le delegazioni russa e ucraina in Turchia avevano raggiunto un primo passo che lasciava sperare, le immagini delle atrocità di guerra, – senza nemmeno un minuto di presunzione di innocenza fino a prova contraria su chi fossero i responsabili – servono ad imporre altre sanzioni, l’espulsione di diplomatici, la minaccia aperta di mandare in bancarotta la Russia.

Questa politica mira apertamente al cambio di regime, nel tentativo di rendere non solo Putin ma anche tutta la Russia un paria tra le nazioni per un futuro indefinito, escluderla dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, addirittura dall’ONU e dal G20 che distruggerà queste istituzioni. Provocherà il totale distacco politico ed economico tra l’Occidente e la Russia e la Cina. Questa politica ha già fatto e sta facendo danni devastanti all’economia fisica mondiale, le cosiddette catene di approvvigionamento, e farà arrivare ad un miliardo di persone le potenziali vittime di carestie in tutto il mondo, cioè un ottavo dell’intera specie umana! Ci sono già proteste per la fame in molti paesi del Medio Oriente, Africa, America Latina! Nel frattempo l’inflazione dei prezzi del cibo, dell’energia, delle materie prime minaccia di dimezzare la produzione industriale in molti paesi, incombe la disoccupazione di massa ed il caos totale.

Sta già emergendo un nuovo sistema, incentrato sulla Cina con la Nuova Via della Seta, la Russia, l’India e altri. Ci sono molti nuovi allineamenti strategici in corso, la SCO, i BRIC, i rapporti OIC-Cina, molte alleanze nel Sud globale.
Ma anche la concezione di un mondo multipolare non risolve il problema, perché implica ancora il pericolo di uno scontro geopolitico. Urge quindi un cambiamento drammatico ed immediato nell’organizzazione dei nostri affari. Deve partire dall’onesta ammissione che proseguire con le politiche attuali rischia di provocare un conflitto, in cui non ci sarebbe un vincitore e quindi è necessaria una nuova conferenza di pace nella tradizione della Pace di Westfalia.

Il riconoscimento che l’unica opzione rimasta era quella di avviare negoziati di pace emerse tra le parti in causa dopo 150 anni di guerra religiosa in Europa, di cui la guerra dei 30 anni fu solo il culmine, poiché compresero che nessuno sarebbe rimasto vivo per godere della vittoria se la guerra fosse continuata. Oggi se ci fosse una guerra nucleare molte città verrebbero distrutte in poche ore, e il resto dell’umanità soffrirebbe in un mondo contaminato dalle radiazioni nucleari fino a quando non moriranno tutti o i pochi infelici sopravvissuti si chiederanno perché l’umanità non sia stata capace di impedire la propria distruzione.

Ecco perché deve essere convocata immediatamente una conferenza d’emergenza nello spirito della Pace di Westfalia, in cui “Per amore della pace tutti i crimini commessi da una parte o dall’altra devono essere perdonati e dimenticati”, e “Per amore della pace, tutta la politica deve tenere conto dell’interesse dell’altro”.

Ci deve essere l’intenzione di creare una nuova architettura internazionale di sicurezza e sviluppo, che tenga conto degli interessi di sicurezza di ogni singolo paese del pianeta. Ci deve essere un cessate il fuoco immediato. E si deve creare un nuovo sistema creditizio che sostituisca il sistema finanziario in bancarotta che è la vera causa del pericolo di guerra. Deve essere basato sui principi del sistema originale di Bretton Woods, come fu ideato da Franklin Delano Roosevelt, ma che non fu mai attuato a causa della sua morte prematura.

Questi principi furono elencati da Lyndon LaRouche in un progetto di Memorandum di accordo tra gli Stati Uniti e l’URSS, pubblicato il 30 marzo 1984, dopo che l’Unione Sovietica aveva rifiutato l’offerta del presidente Reagan di cooperare per rendere le armi nucleari obsolete con mezzi tecnologici, e sono ancora assolutamente validi ancor oggi.
Quel memorandum diceva
Articolo 1: Condizioni generali per la pace
Il fondamento politico per una pace duratura deve essere: a) La sovranità incondizionata di tutti gli stati nazionali, e b: La cooperazione tra gli stati nazionali sovrani al fine di promuovere opportunità illimitate di partecipare ai benefici del progresso tecnologico, a reciproco vantaggio di ciascuno e di tutti.
La caratteristica più cruciale dell’attuale attuazione di tale politica di pace duratura è un profondo cambiamento nei rapporti monetari, economici e politici tra le potenze dominanti e quelle nazioni relativamente subordinate spesso classificate come “nazioni in via di sviluppo”. Se non verranno progressivamente sanate le iniquità che persistono in seguito al colonialismo moderno, non ci potrà essere una pace duratura su questo pianeta.
Nella misura in cui gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (oggi: la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese) riconoscono che il progresso delle capacità produttive del lavoro in tutto il pianeta è nell’interesse strategico vitale di ciascuno e di tutti, queste potenze sono vincolate in tal modo da un interesse comune. Questo è il nocciolo della politica e delle pratiche economiche indispensabili per favorire una pace duratura tra queste potenze.

L’impegno ad attuare un programma globale di sradicamento della povertà, come è delineato ad esempio nel rapporto dello Schiller Institute “La nuova via della seta diventa il ponte terrestre mondiale”, o le proposte della Cina per una cooperazione tra la Belt and Road, il programma Build Back Better degli Stati Uniti e il programma Global Gateway dell’UE, potranno consentire il reale sviluppo di una architettura di sicurezza globale. L’Ucraina, piuttosto che essere la carne da cannone in uno scontro geopolitico, può essere il ponte tra l’Europa e le altre nazioni eurasiatiche.

Alla luce della pandemia attuale e del pericolo di future pandemie è necessario costruire un sistema sanitario moderno in ogni paese. Alla luce della carestia che minaccia la vita di un miliardo di persone e della prevista crescita della popolazione, i governi devono intraprendere azioni di emergenza per raddoppiare la produzione alimentare e garantire una dieta sana a tutti gli esseri umani.

Il diritto internazionale, così come fu sviluppato dalla Pace di Westfalia ed è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, deve essere ripristinato senza alcuna limitazione. I cinque principi della coesistenza pacifica devono essere le linee guida per la cooperazione tra tutte le nazioni.

L’attuale crisi esistenziale ha dimostrato che l’umanità avrà un futuro comune o nessun futuro, e che dobbiamo mettere l’interesse dell’umanità tutta al di sopra di ogni interesse nazionale, e che d’ora in poi ogni interesse nazionale deve essere in coesione con l’interesse dell’umanità nel suo insieme.

È un’espressione della ricchezza della nostra civiltà umana che ha generato diverse culture. Dobbiamo portare avanti il dialogo tra le migliori tradizioni di queste culture, le più belle creazioni nella scienza e nell’arte come dimostrazione della creatività unica dell’uomo e in questo modo dar vita ad un nuovo Rinascimento, che renderà possibile una nuova era dell’umanità.

Sostituiremo l’odio e il pregiudizio verso le altre culture, che esiste solo se non le conosciamo, con un tenero amore per tutta l’umanità, perché è il bene più prezioso dell’universo conosciuto.