Pubblichiamo un resoconto dell’importante conferenza internazionale dello Schiller Institute su “una nuova architettura di sicurezza e sviluppo per tutte le nazioni” che si è tenuta sabato 9 aprile.

La conferenza dello Schiller Institute del 9 aprile è stata una straordinaria dimostrazione del tipo di cooperazione tra le nazioni che è necessaria per affrontare l’attuale minaccia nei confronti della civiltà. Leader politici e istituzionali di quattro continenti hanno discusso la “tempesta perfetta” che l’umanità si trova ad affrontare, cioè lo scontro militare ed economico tra le potenze nucleari, il collasso iperinflazionistico del sistema finanziario basato sul dollaro, una pandemia continua e un declino culturale verso nuovi secoli bui. Nonostante le differenze su questioni particolari, tutti i relatori hanno concordato che solo con un cambiamento sistemico totale, una nuova architettura internazionale di sicurezza e sviluppo come quella rappresentata dalla Pace di Westfalia del 1648, sarà possibile porre fine al collasso economico e sociale ed avviare il processo necessario per dare inizio ad una nuova era di pace globale attraverso lo sviluppo.
Di seguito forniamo una breve panoramica dei lavori, ma incoraggiamo i lettori a guardare i video sul sito dello Schiller Institute (un programma preliminare delle quattro sessioni era incluso nel numero della scorsa settimana). I testi di molti degli interventi saranno pubblicati in inglese nei prossimi numeri della rivista EIR (larouchepub.com). (Vedi video sotto)
Nell’aprire i lavori, la presidente dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche ha sottolineato che il pericolo grave di una guerra mondiale, che potrebbe essere nucleare, è iniziato molto prima dell’operazione militare russa in Ucraina. Come il defunto consorte Lyndon LaRouche ha sempre sottolineato, il fattore trainante per la guerra è il crollo inevitabile del sistema finanziario transatlantico e del neoliberismo, che minaccia di far cadere le strutture di potere delle attuali élite. Da questa prospettiva ha esaminato brevemente lo sviluppo dei rapporti tra NATO e Russia dal crollo del muro di Berlino nel 1989.
Oggi è chiaro che il “mondo unipolare” imposto da Gran Bretagna e Stati Uniti ha causato un’enorme povertà a livello globale, al punto che un miliardo di persone rischia la carestia, il che riflette un palese fallimento morale. Ma sta emergendo un nuovo sistema, centrato su potenze al di fuori del mondo transatlantico. Spinte dal regime illegale di sanzioni economiche, Russia, Cina, India e altri stanno iniziando a pianificare un nuovo sistema monetario. Tuttavia, ha ammonito la signora LaRouche, dobbiamo lavorare per convincere gli Stati Uniti e l’Europa a porre fine alla difesa degli istituti finanziari in bancarotta e ad unirsi al nuovo sistema basato sulla pace attraverso lo sviluppo.
Dopo la signora LaRouche ha preso la parola l’ambasciatore della Federazione Russa negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, che ha presentato il punto di vista di Mosca sull’attuale, pericoloso scontro tra gli Stati Uniti e la NATO con la Russia. La crisi, ha detto, non può essere ridotta alla questione dell’Ucraina, si deve guardare alla causa principale del problema. Un riassunto del suo discorso è fornito sopra.

Con una sola voce da India, Africa, Cina e Italia

Sam Pitroda, ex consigliere dei primi ministri indiani Rajiv Gandhi e Manmohan Singh, ha auspicato il cambiamento dall’attuale ordine di sicurezza, basato su comando e controllo, verso uno fondato sulla cooperazione, nonché la sostituzione delle motivazioni del potere e del profitto con quelle dei bisogni della gente e del pianeta. Non basta promuovere i diritti umani, bisogna soddisfare i bisogni fisici della popolazione, ha detto.
Pitroda è stato seguito da Jay Naidoo, ministro nel governo di Nelson Mandela in Sudafrica e combattente per la libertà contro l’apartheid. Nel contesto della costruzione di una nuova ed inclusiva architettura di sicurezza, ha detto, l’Africa, “un continente con risorse minerarie e naturali che alimentano un’economia globale e il profilo demografico più giovane del mondo”, intende svolgere un ruolo di primo piano. “Non abbiamo bisogno di una potenza globale che agisca come nostro poliziotto. Ci sforziamo di elevarci al di sopra del paradigma di guerra guidato dal pensiero imperiale e coloniale”.
Chen Xiaohan, dell’Associazione popolare cinese per la pace e il disarmo, ha lanciato un appello appassionato per una “comunità con un futuro condiviso per l’umanità”, che Xi Jinping ha promosso. Ha individuato la causa di molti dei problemi strategici di oggi nelle “contraddizioni di sicurezza regionale fermentate nel corso dei decenni”, in cui non si tiene conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti.
Alessia Ruggeri del Comitato per la Repubblica in Italia ha sottolineato l’ipocrisia delle potenze occidentali, che chiedono la pace mentre alimentano le fiamme della guerra con massicci invii di armi all’Ucraina. Ha descritto l’assurdità del governo italiano che aumenta le spese militari, mentre l’economia è al collasso, con imprese che chiudono e difficoltà per le famiglie.

Sostituire il sistema basato sul dollaro è anche negli interessi degli USA

Alla conferenza dello Schiller Institute si è constatato grande consenso tra i relatori sulla necessità di sostituire l’attuale ordine economico ingiusto e con disuguaglianze crescenti. Il direttore dell’EIR Dennis Small ha presentato il nuovo “Piano LaRouche per una nuova architettura economica internazionale” dello Schiller Institute e discusso il potenziale per la sua realizzazione – visto che le potenze transatlantiche rifiutano di farlo – ad opera delle nazioni del cosiddetto “Triangolo Strategico” Cina, Russia e India. Queste rappresentano il 38% della popolazione mondiale, producono il 42% del grano, il 66% dell’acciaio ecc., ma devono fare un accordo sui cambi e introdurre controlli sui movimenti di capitale per proteggere l’economia produttiva. Come rimarcava sempre Lyndon LaRouche, un nuovo accordo monetario si poggia sulla credibilità delle intenzioni dei partecipanti di creare credito e dirigerlo verso impieghi di crescente produttività nell’economia fisica sia a breve che a lungo termine.
È quanto ha confermato JustinYifu Lin, ex economista capo della Banca Mondiale, il quale ha spiegato che la Cina ha capito da tempo che, quale grande potenza economica, era obbligata a contribuire allo sviluppo mondiale e che intendeva farlo tramite le istituzioni internazionali esistenti (FMI, Banca Mondiale ecc.). Ma poiché queste non sono riuscite, nei decenni, a trasformare un numero significativo di nazioni a basso reddito in nazioni a medio reddito, o quest’ultime in nazioni ad alto reddito, la Cina ha deciso di lanciare i propri progetti infrastrutturali ed offrirli ai paesi emergenti nella cornice della Belt and Road Initiative.
L’imprenditore sino-americano George Koo ha sostenuto che il sistema basato sul dollaro come valuta di riserva è attualmente moribondo, perché “le sanzioni applicate dall’amministrazione Biden hanno messo in dubbio la fiducia e il credito degli Stati Uniti. Solo una piccola frazione delle nazioni del mondo si è unita alle sanzioni e persino prima della guerra in Ucraina c’era una fuga dal dollaro come moneta di riserva.
Ciò ha dato spunto a Small per chiarire che “il dollaro da cui i russi, i cinesi, gli indiani e tutti gli altri stanno cercando di separarsi in una mossa di autodifesa” non è la valuta americana, ma uno strumento finanziario speculativo da cui gli stessi Stati Uniti d’America dovrebbero separarsi”. Gli Stati Uniti dovrebbero aderire alla BRI, rompere con il dollaro gestito da Londra “e ripristinare il dollaro greenback, una moneta statunitense. Questo è il succo della legge Glass-Steagall: non qualcosa che deve per forza essere ostile agli Stati Uniti, ma esattamente il contrario.”
Due leader sindacali colombiani, Pedro Rubio e Fraydique Gaitan, hanno descritto come il loro paese e tutta l’America del Sud potrebbero trarre beneficio dai progetti infrastrutturali della Belt and Road. Il decano dei corrispondenti indiani, Saeed Naqvi, che ha viaggiato e lavorato in 110 paesi, ha descritto come i media sono diventati sempre più polarizzati e inaffidabili. “Quando scoppia la guerra, disse Eschilo, la verità è la prima vittima”.

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