I primi trenta giorni dell’anno hanno evidenziato il fatto che il vecchio ordine mondiale, basato sulle guerre geopolitiche, la globalizzazione e la speculazione finanziaria selvaggia, è insostenibile e indietreggia di fronte a un “nuovo paradigma”. I rappresentanti di quell’ordine cercano tuttavia di aggrapparsi a quello che resta del loro potere, come indica la visita della Premier britannica Theresa May a Washington, che ha cercato di convincere Donald Trump che l’impero britannico è ancora in piedi. L’ordine mondiale opposto è caratterizzato invece da cooperazione “win-win” e sviluppo economico, proposti dalla Cina, e sostenuti ormai da molti Paesi.

Che percorso sceglierà Donald Trump resta ancora un grosso punto interrogativo, ma sia la Russia sia la Cina lo stanno esortando a scegliere il secondo. Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov (nella foto, con Putin) lo ha detto espressamente, parlando alla Duma il 25 gennaio: “Riteniamo che mentre Russia, Stati Uniti e Cina costruiscono i rapporti tra di loro, questo triangolo non debba essere chiuso o rivolto ad alcun progetto che possa preoccupare altri Stati, ma sia aperto ed equo. Sono convinto che la struttura economica di Russia, Stati Uniti e Cina sia tale che c’è molta complementarietà nella sfera materiale ed economica”.

Sui problemi della sicurezza internazionale, Lavrov ha affermato che Russia e Cina sono contrari a “soluzioni basate sulla forza e sullo scontro, nella politica mondiale. Ci attendiamo che Donald Trump, che ha confermato il suo impegno a concentrarsi principalmente sui problemi americani e ad abbandonare le interferenze negli affari interni degli altri Stati, farà lo stesso”.

Il giorno dopo la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha sostenuto l’appello di Lavrov per la cooperazione trilaterale notando che “tutti e tre hanno grandi responsabilità per la pace globale, la stabilità e lo sviluppo”. I rapporti tra Cina e Russia, ha aggiunto, hanno già raggiunto un livello eccezionale, e Pechino “pianifica di intensificare la cooperazione con gli Stati Uniti e la Russia e dare un contributo comune alla soluzione dei compiti e delle sfide del mondo moderno”.

Se Donald Trump opterà effettivamente per la stretta cooperazione con Russia e Cina – e anche con l’India, l’altro gigante asiatico che ambisce allo sviluppo – sarà la fine della geopolitica. Questa costellazione di “quattro potenze”, con gli Stati Uniti liberati dall’Impero Britannico, viene promossa da Lyndon LaRouche dal 2008, come combinazione vincente per garantire lo sviluppo mondiale.

Chi teme che Trump possa andare in questa direzione ha lanciato svariate operazioni per delegittimare la sua Amministrazione, e mentre sono diffusi molti commenti e articoli dall’establishment transatlantico e dai media sulla possibilità che il nuovo Presidente possa essere assassinato, c’è da chiedersi se non stiano cercando di preparare il terreno proprio per questo.