Come abbiamo scritto la scorsa settimana, il vertice del G20 previsto per il 28-29 giugno a Osaka potrebbe costituire un punto di svolta nella situazione strategica globale, allontanando il pericolo di guerra e favorendo l’avanzata del nuovo paradigma. Tra i più importanti appuntamenti vi saranno gli incontri ai margini fra Trump e Xi Jinping e possibilmente fra Trump e Putin.

Nelle settimane scorse, il “partito della guerra” transatlantico ha lanciato una provocazione dietro l’altra contro Russia, Cina e Iran. Come ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche nella videoconferenza del 21 giugno, chiunque “non apra gli occhi e capisca che siamo sull’orlo della terza guerra mondiale non è nel mondo reale. Siamo più vicini alla terza guerra mondiale come mai nell’intero dopoguerra”.

Donald Trump è intervenuto all’ultimo momento per impedire un attacco aereo all’Iran, ma se l’attacco fosse avvenuto, come volevano i suoi consiglieri, “ci saremmo potuti trovare già avviati verso la terza guerra mondiale, e questa non è un’esagerazione”, ha dichiarato la presidente dello Schiller Institute.

L’episodio mostra che Trump si trova a combattere contro il partito della guerra nella sua stessa Amministrazione, rappresentato da John Bolton, Mike Pompeo e Mike Pence, confermando le rivelazioni del New York Times sui piani di guerra cibernetica contro la Russia.

La pubblicazione di quell’articolo era ovviamente mirata ad avvelenare ulteriormente i rapporti con la Russia e a sabotare un possibile incontro tra Trump e Putin al G20 di Osaka. Gli apparati di intelligence angloamericani hanno una lunga storia di uso di tattiche simili.

Tuttavia, il Presidente russo è pienamente consapevole della battaglia in corso a Washington. In un’intervista per l’emittente russa NTV il 23 giugno, egli ha ripetuto che desidera incontrare Trump per discutere di temi strategici, ma che alcune forze a Washington stanno bloccando questa possibilità. “Vediamo che il sistema è tale che molte cose che egli [Trump] vuole fare non si possono fare”, ha affermato.

Il tema era già emerso il 20 giugno in un colloquio con i giornalisti, nel quale Putin ha notato che “anche se il Presidente [Trump] vuole in qualche modo incontrarci a metà strada, vuole parlare di qualcosa, v’è una miriade di restrizioni dovute all’azione di altre istituzioni di governo. Ciò è specialmente vero ora, che il Presidente in carica dovrà tenere d’occhio le istanze della campagna elettorale già iniziata”.

È su questo sfondo che il vertice del G20 potrebbe dimostrarsi decisivo. È già in programma un vertice trilaterale tra Xi, Putin e il Premier indiano Modi. Sarebbe l’ideale se essi invitassero Trump a unirsi, in una discussione a quattro su come neutralizzare il partito della guerra e assicurare la pace con lo sviluppo economico e con la cooperazione win-win. In quel caso sarebbe un G20 che entrerebbe nella storia.