La fazione imperiale nell’élite europea lavora a creare artificialmente una crisi bancaria in Italia, per poi chiudere il rubinetto della liquidità della BCE (nella foto), la stessa tattica usata per piegare la Grecia nel 2015.
Le intempestive lettere della Commissione dell’UE e il declassamento da parte di Moody’s come da copione vanno visti nello scenario descritto dall’agenzia Reuters in un servizio dell’11 ottobre, in cui “cinque autorevoli fonti addentro al pensiero della BCE” hanno dato come inevitabile una crisi bancaria in Italia. Poiché per scatenare una crisi bancaria occorrerebbe un successivo declassamento, non solo di Moody’s ma di quattro agenzie di rating, è chiaro che Reuters si muove secondo un disegno politico destabilizzante.

Infatti, le “fonti autorevoli” dell’agenzia di Sua Maestà britannica sostengono che, anche se Roma invertisse la rotta e tornasse a una linea di riduzione del deficit, “non potrebbe contare sull’aiuto della banca centrale” europea a meno che non accettasse di sottomettersi alla Troika. Per costringere l’Italia a farlo, la BCE “potrebbe richiedere che si sottoscriva un programma della Troika prima di autorizzare l’esborso di liquidità bancaria, come fece in Grecia”.

Come ricostruito con nuovi dettagli nell’ultimo libro dell’allora ministro delle Finanze di Atene Yannis Varoufakis, Adulti nella stanza – la mia battaglia contro il Deep Establishment Europeo, la BCE cessò dapprima (febbraio 2015) di accettare collaterale dalle banche greche, costringendole a ricorrere alla più costosa ELA (Emergency Liquidity Assistance). Poi, nell’estate successiva, Francoforte congelò la quota di ELA destinata alle stesse banche dopo che il governo greco ebbe rifiutato il “salvataggio”, lasciando come unica alternativa quella di chiudere le banche.

Le fonti di Reuters sostengono che l’Italia perderà presto il rating di “investment grade” e la BCE cesserà di accettare titoli del tesoro come collaterale, scatenando una crisi bancaria. A quel punto, l’ELA sarà concessa solo se Roma avrà sottoscritto un programma di “salvataggio” con la Troika.

Ecco quindi l’evidenza di quanto abbiamo denunciato la scorsa settimana: una fazione dell’élite europea sta “scherzando col fuoco”. Dare come imminente e sicura una crisi bancaria italiana è un tentativo di diffondere sfiducia e innescare quella che si chiama “self-fulfilling prophecy” (“profezia auto-avverante”). Ma l’Italia non è la Grecia. L’attuale governo italiano non accetterebbe l’umiliazione di sottomettersi alla Troika e una crisi bancaria italiana potrebbe far saltare l’intera Eurozona. Non dimentichiamo che nel contratto di governo è prevista la separazione bancaria (Glass-Steagall) che manderebbe all’aria i piani degli speculatori.