Nessuno in Europa contesta seriamente il fatto che la politica della Commissione europea sulle vaccinazioni contro il COVID 19 sia un completo fallimento. Dopo tre mesi e mezzo, solo una misera percentuale della popolazione ha ricevuto il vaccino.
Ma la priorità degli eurocrati di Bruxelles non è evidentemente quella di salvare la vita delle popolazioni. Dopo i ritardi ingiustificabili nell’ordinare i vaccini e poi i salti mortali su AstraZeneca, l’uso del vaccino russo Sputnik V non è ancora stato approvato, per quelle che devono essere considerate ragioni politiche e ideologiche, a dispetto del fatto che la rivista medica britannica The Lancet abbia riferito all’inizio di febbraio che gli studi clinici di fase 3 hanno rilevato che si tratta di uno dei vaccini più sicuri ed efficaci al mondo.
Eppure, il 7 marzo, la presidente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Europea dei Farmaci (EMA) Christa Wirthumer-Hoche ha dichiarato pubblicamente alla TV austriaca ORF che l’uso del vaccino russo sarebbe “in qualche modo paragonabile alla roulette russa”. E il 21 marzo, il commissario UE per il mercato interno Thierry Le Breton (foto), che è responsabile degli acquisti di vaccini dell’Unione, ha affermato: “Non abbiamo assolutamente bisogno dello Sputnik V”.
Consapevole del malcontento crescente nella popolazione per la lentezza delle vaccinazioni, il ministro tedesco della Sanità Jens Spahn ha annunciato il 31 marzo di aver avviato colloqui con la Russia per la potenziale fornitura dei vaccini Sputnik V, ma aggiungendo che prima è necessaria l’approvazione dell’EMA. Tale approvazione, tuttavia, non potrà arrivare prima di giugno/luglio, o addirittura per niente, ha detto il portavoce dell’EMA ai media sulla scia dell’annuncio di Spahn. Finora, solo il 14% della popolazione tedesca è stata vaccinata e secondo gli ultimi sondaggi, il 62% dei tedeschi interpellati non crede che la cancelliera Merkel manterrà la promessa di una vaccinazione per tutti entro il 21 settembre.
Questo non è di buon auspicio per la CSU/CDU, il cui gradimento tra gli elettori si sta erodendo rapidamente in vista delle elezioni politiche del 26 settembre. Se i Verdi beneficiano maggiormente, come ci si aspetta, del malcontento degli elettori, questo potrebbe portarli al governo e forse addirittura a conquistare il Cancellierato. Importare il vaccino russo prima di giugno potrebbe aiutare i cristiano-democratici a recuperare un po’ di credibilità, ma questo significherebbe muoversi contro la Commissione, anche se nell’interesse della Germania.
Per quanto riguarda lo Sputnik V, l’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per una volta ha avuto ragione: il 31 marzo ha detto al canale televisivo austriaco ORF 2 che tutti i vaccini efficaci dovrebbero essere utilizzati “indipendentemente dal paese di origine”, anche se questa è la Russia.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sembra essere d’accordo. Il 10 aprile ha annunciato che il suo paese acquisterà presto un milione di dosi di Sputnik V per la sua popolazione di quasi 9 milioni. La legge europea consente agli stati membri l’uso in emergenza di vaccini anche non approvati dall’EMA. L’Ungheria e la Slovacchia hanno già iniziato a somministrare lo Sputnik V alle loro popolazioni.