Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol

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Mentre l’attenzione dei media sembra concentrata sugli scontrini, sull’ANAS o sull’Air Force One di Renzi (che ha le stesse manie di grandezza di Obama) la truffa più grande ai danni dei cittadini italiani è passata sotto silenzio: il bail-in, o prelievo forzoso sui conti correnti. MoviSol vi aveva messi in guardia già due anni fa (vedi) e durante una conferenza sulla separazione bancaria a Sanremo avevo posto l’alternativa tra il prelievo forzoso e la Glass-Steagall, che togliendo ogni garanzia dello Stato agli speculatori non costringerà i risparmiatori a rinunciare ai propri risparmi per risanare le banche più esposte in derivati ed altri titoli tossici, un vero e proprio furto ai danni dei cittadini.

Molti non credevano che saremmo arrivati a tanto, e che il modello cipriota sarebbe stato adottato anche nel nostro paese, e nel resto dell’Europa. E saranno rimasti di stucco, ripensando ai nostri moniti, quando la loro banca ha mandato un avviso sulla “Nuova normativa europea sulla risoluzione delle crisi bancarie” in cui si annuncia che “a partire dal 2016 verrà introdotta anche in Italia una nuova normativa europea destinata a regolamentare la gestione delle crisi bancarie (Bank Recovery and Resolution Directive o BRRD).

“La normativa sopra citata”, prosegue l’avviso della banca, “prevede che un’Autorità espressamente individuata (in Italia la Banca d’Italia) possa applicare, nei casi più gravi di crisi finanziaria di una banca e solo se necessario, uno strumento di risoluzione della crisi, ivi incluso il cosiddetto ‘bail-in’ (…) vengono dapprima interessati dall’applicazione del bail-in gli azionisti della banca; successivamente si interviene su altre categorie di creditori, via via meno ‘subordinati’ e ciò fino a quando tutte le perdite della banca risultano essere state coperte. Rimangono comunque esclusi da tali interventi, tra gli altri, i depositi fino a 100.000 Euro”.

Usando il termine “bail-in” invece di prelievo forzoso (e si tratta di un prelievo forzoso) si cerca di ingannare gli utenti, che non sanno che cosa sia il bail-in, e addirittura di far credere loro che si tratti di un “atto di democrazia” come l’ha definito qualcuno. Così ad un convegno organizzato da Mediolanum a Firenze, presso il maestoso Salone dei Cinquecento di Palazzo della Signoria, in cui si è parlato di “bail in” di fronte ad una platea di professionisti bancari, imprenditori, politici locali, è stato chiesto chi fosse a conoscenza di cosa fosse il bail-in. Si sono alzate sì e no una decina di mani. È allora intervenuto Davide Giacalone che ha tenuto a precisare che si trattasse di una buona cosa, in quanto sottraeva ai contribuenti – come si faceva col bail-out – l’onere della copertura dei fallimenti bancari.

In realtà – e dovrebbe farlo comprendere la pochissima informazione che è stata fatta in materia – si tratta di un mostro giuridico che trasforma il correntista in azionista per le perdite, ma non per i guadagni! Così si rende il correntista corresponsabile delle scorribande speculative della banca a cui, ignaro, aveva affidato i suoi risparmi.

In sostanza, dal 1° gennaio, il nostro Parlamento – col voto contrario di Forza Italia, FdI, Lega Nord, M5S – ha deciso che di eventuali fallimenti bancari rispondano anche i correntisti che detengano valori superiori ai 100.000 euro, per la parte eccedente degli stessi. In questi 100.000 euro, non sono conteggiati solo i depositi liquidi, ma anche i titoli di stato. Si tratta dunque di una soglia di non difficile raggiungimento per piccoli risparmiatori che abbiano messo via qualcosa nell’arco di una vita (d’altra parte è considerata classe media quella che detenga un patrimonio tra i 50mila ed i 500mila euro…).

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Pochi sono i politici che hanno denunciato questo scandaloso furto ai danni dei risparmiatori. Tra questi c’è il parlamentare pentastellato Alessio Mattia Villarosa che al raduno Cinque Stelle ad Imola ha proposto la separazione bancaria come unica alternativa alla corruzione, mostrando il manifesto di MoviSol sulla Glass-Steagall (vedi). È evidente che nelle intenzioni di Draghi, che ha appena confermato la politica di Quantitative Easing della BCE, e della Federal Reserve americana, la priorità è salvare le “big banks” esposte in derivati, anche mandando in bancarotta l’economia reale e i cittadini, che vengono costretti a rinunciare ai risparmi di una vita. Lo ha detto espressamente l’ex capo della Federal Reserve Ben Bernanke: non possiamo adottare la legge Glass-Steagall, perché mandarebbe in bancarotta Wall Street.

Come LaRouche ribadisce da mesi, è proprio questo il punto: bisogna chiudere Wall Street e la City di Londra per poter avviare una vera ripresa economica, e rilanciare il credito a imprese e famiglie. Dunque invece di subire passivamente il “bail in” approvato dal nostro Parlamento, chiediamo ai cittadini di unirsi alla nostra mobilitazione internazionale per far approvare la legge Glass-Steagall al più presto, tempestando di email, messaggi e telefonate i politici a livello locale e nazionale e ponendo loro l’alternativa che MoviSol ha posto due anni fa: prelievo forzoso o separazione bancaria?

Per approfondire

UE_prelievo

Welt_FMI

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