In un momento in cui esponenti del governo americano e di quello russo affermano correttamente che i rapporti tra i due Paesi sono al “livello più basso” da anni, qualsiasi cambiamento attrae attenzione e suscita speculazioni. Questo è il caso della telefonata tra Putin e Biden avvenuta l’8 luglio, il primo seguito sostanziale al vertice di Ginevra del 16 giugno. Non è trapelato molto dalla conversazione, durata tra le tre e le quattro ore, ma sembra che qualcosa si sia mosso su almeno due temi sollevati dai due interlocutori.
In primo luogo, l’amministrazione USA riferisce che Biden ha richiesto che Putin agisca contro attacchi ransomware contro le imprese americane che Washington crede provengano da gruppi criminali all’interno della Russia. Biden ha detto alla stampa di “avergli chiarito molto bene che gli Stati Uniti sia aspettano, quando un’operazione ransomware proviene dal suo territorio, anche se non fosse… promossa dallo stato, ci aspettiamo che agiscano se forniamo loro sufficienti informazioni”. Alcune fonti di stampa hanno scritto che ciò faceva parte di una discussione più ampia che vedeva Putin d’accordo nell’indagare le accuse, una volta ricevute abbastanza informazioni, ma con la precisazione che non ci sono prove che le attività criminali abbiano origine in Russia.
Per indagare sugli attacchi è stata creata una commissione che si riunirà per la prima volta il 16 luglio. Il portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha ammesso che la comunità d’intelligence non è sicura che gli attacchi partano dalla Russia e Biden dichiarato sul tema: “è andata bene e io sono ottimista”.
Il secondo tema importante del colloquio, su cui è emerso poco, è stato quello della Siria. Tuttavia, a seguito della telefonata si è sbloccata l’impasse al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla distribuzione degli aiuti umanitari perché gli USA hanno cambiato posizione. Si specula che presto potrebbero iniziare i colloqui tra il governo siriano e i curdi sponsorizzati dagli USA, il che potrebbe condurre al ritiro delle ultime truppe USA rimaste in Siria.
Mentre avvenivano questi piccoli passi avanti, Washington imponeva altre sanzioni contro la Russia, colpendo sei imprese russe per presunti tentativi di procurarsi componenti elettronici “probabilmente” adatti a sistemi militari di Mosca. L’uso della parola “probabilmente” indica che non ci sono prove.
E anche se le manovre Sea Breeze della NATO nel Mar Nero sono terminate, Mosca ha avvisato Washington che tali manovre sono considerate “provocatorie” e non dovrebbero ripetersi perché minano la sicurezza. L’Ucraina presenta la partecipazione della sua marina da guerra come un’indicazione che si va verso l’ingresso nella NATO. Il governo russo sostiene che un’offerta di adesione alla NATO che venisse fatta a Kiev violerebbe una chiara “linea rossa” tracciata da Mosca.