Sergej Glaziev, consigliere del Presidente Putin, ha denunciato “i ricatti e le intimidazioni occidentali” come quelli perpetrati da Victoria Nuland “nei suoi incontri con gli oligarchi e con i rappresentanti del Presidente e del governo a Kiev”. In un’intervista all’edizione ucraina del giornale Komersant il 6 febbraio, Glaziev ha affermato che la gentile signora “in questi incontri ha informato i suoi interlocutori che finiranno sulla lista nera, se il Presidente Janukovyč non consegnerà il governo alle opposizioni. Questo è un ricatto e non ha niente a che fare con il diritto internazionale. Non è semplice interferenza negli affari interni, ma un tentativo di controllare l’Ucraina”.

Glaziev ha anche riferito che a quanto gli risulta, enti e organizzazioni americani spendono venti milioni di dollari alla settimana “per finanziare l’opposizione e gli insorti, comprese le armi. Ci dicono che i guerriglieri vengano istruiti nelle sedi dell’ambasciata USA, dove vengono anche armati. Naturalmente ciò è inaccettabile e dovrebbe essere investigato”.

Il consigliere di Putin ha anche fatto un’osservazione che i media occidentali hanno distorto. Secondo il Memorandum di Budapest del 1994, “la Russia e gli USA sono i garanti della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e, francamente parlando, sono obbligate a intervenire quando c’è un conflitto di questo tipo. Ma ciò che stanno facendo gli americani, interferendo unilateralmente e crudamente negli affari interni dell’Ucraina, è una chiara violazione di quel trattato. L’accordo prevede garanzie collettive e azione collettiva”.