Due eventi della scorsa settimana spiccano come riflesso della situazione rivoluzionaria mondiale: l’elezione di Zhoran Mamdani (foto) a sindaco di New York e la conferenza dello Schiller Institute/Solidarité et Progrès sull’Africa a Parigi. In modi diversi, entrambi riflettono la marcia inarrestabile delle nazioni del mondo verso l’emancipazione e lo sviluppo.

Le elezioni di New York sono state dominate dal tema della guerra e della pace in Palestina. A prescindere dalla capacità di Mamdani di realizzare un cambiamento a New York e negli Stati Uniti, il fatto che il 33% degli elettori ebrei e il 75% dei giovani newyorkesi abbiano votato per un “musulmano socialista” indica che la popolazione americana condanna la politica del governo israeliano e respinge il sostegno del governo statunitense a Benjamin Netanyahu.

A Parigi, giovani uomini e donne provenienti da paesi africani ed europei si sono riuniti per affermare la volontà di un futuro di cooperazione tra i continenti e per respingere l’attuale geopolitica britannica che domina il pensiero e le politiche dell’Occidente.

Nel suo intervento alla conferenza, la presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, ha rivendicato il metodo della Coincidentia Oppositorum per risolvere i conflitti – un metodo sviluppato per la prima volta dal grande filosofo Niccolò Cusano e recentemente rilanciato da Papa Leone XIV. La signora LaRouche ha messo in evidenza una delle tante contraddizioni della spinta europea verso la guerra: il Premio della Pace di Vestfalia per il 2026 è stato assegnato congiuntamente alla NATO e ad un’organizzazione giovanile chiamata socioMovens, una tipica ONG incaricata di preparare rivoluzioni colorate. La presidente dello SI ha paragonato ciò alla realtà orwelliana descritta nel libro 1984, dove il Ministero della Tortura è chiamato Ministero dell’Amore, il Ministero della Menzogna e della Propaganda è chiamato Ministero della Verità, il Ministero della Gestione della Fame è chiamato Ministero dell’Abbondanza, e così via.

Peccato per i guerrafondai che, stando all’attuale situazione sul campo di battaglia in Ucraina, quando il premio sarà consegnato l’anno prossimo, la guerra sarà ormai persa.

Contrariamente al doppio linguaggio europeo, la Pace di Vestfalia del 1648 segnò l’inizio del diritto internazionale, stabilendo i principi dell’indipendenza nazionale, della sovranità nazionale e dell’obbligo, in ogni pace, di tener conto degli interessi dell’altro. Su questa base, i conflitti possono essere risolti a un livello superiore.

Applicato al conflitto ucraino, ma anche al fragile cessate il fuoco in Asia sud-occidentale e alla guerra minacciata contro il Venezuela, questo principio richiede un cambiamento radicale nell’approccio dell’Occidente alla politica internazionale. Questo cambiamento è anche il tema di una lettera inviata dai Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS) al presidente Trump (vedi sotto), per metterlo in guardia da una guerra contro il Venezuela. La normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Russia – che Trump continua a perseguire (vedi visita di Orbán, sotto) – potrà avere successo solo sulla base di una nuova architettura globale di sicurezza e sviluppo fondata sul principio vestfaliano del “vantaggio dell’altro”.

Tutto ciò deve avvenire prima che la sfiducia costruita dall’Occidente con decenni di politiche ostili verso la Russia diventi irreversibile (vedi sotto, intervista con Poliansky) e prima che la politica neoschachtiana del riarmo basato sul debito in Europa distrugga ulteriormente la capacità materiale di una ripresa. Come potete leggere più avanti, è proprio questo ciò che ci aspetta se non fermiamo la spinta alla guerra dell’UE e del FMI.