La sorprendente ammissione fatta dal ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock il 31 agosto la dice lunga sull’ipocrisia dei leader europei. Durante una visita a Praga, ella ha dichiarato che avrebbe continuato a sostenere l’Ucraina, “indipendentemente da quello che pensano i miei elettori” e dai sacrifici che li aspettano. Va detto che molti leader occidentali avrebbero potuto fare la stessa confessione.
Questa è l’ennesima prova che il “sacro” rispetto per la democrazia o la guerra contro le “autocrazie” sono solo retorica. Conferma inoltre quello che Ursula von der Leyen e Josep Borrell hanno fatto chiaramente capire, ovvero che la politica dell’UE è decisa dall’alto ed imposta “indipendentemente da quello che pensano i cittadini”.
Mentre le economie occidentali continuano a sgretolarsi e si preparano misure di austerità senza precedenti, si approntano gli strumenti per reprimere le manifestazioni di protesta, bollandole come “estremiste”, “pericolo per il processo democratico” e “potenzialmente criminose”. La censura su Facebook, Youtube, Twitter e altri social, politicamente motivata, è aumentata drasticamente ed è accettata come fait accompli da molti cittadini. Il Presidente Biden si è provocatoriamente riferito ai milioni di sostenitori di Trump chiamandoli “semi-fascisti”.
Parlando di fascisti giungiamo ad un altro paradosso della politica occidentale. Mentre coloro che osteggiano la narrazione della NATO vengono bollati come estremisti e nemici della democrazia, gli Stati Uniti e l’Europa sostengono, armano e addestrano forze neonaziste in Ucraina, con la motivazione implicita (e talvolta esplicita) che sono “anti-russi”. Fino ad oggi i media mainstream e i loro giornalisti, con poche eccezioni, si sono rifiutati di riconoscerne l’esistenza. Che cosa accadrà quando i “volontari” stranieri, indottrinati in questa ideologia fascista, torneranno a casa negli USA e in altri paesi europei? E rappresentanti europei prendono parte alle iniziative delle istituzioni di governo ucraine che stilano “liste di proscrizione” di cosiddetti propagandisti filorussi, compresi leader politici occidentali, da trattare come terroristi.
Come sottolinea Helga Zepp-LaRouche (foto) in un articolo che comparirà l’8 settembre, in occasione del centenario dalla nascita del consorte Lyndon, quest’ultimo aveva già capito all’inizio degli anni Settanta e aveva denunciato il fatto che, se l’occidente avesse optato per un sistema finanziario puramente monetarista, finalizzato alla massimizzazione del profitto, “il mondo si sarebbe incamminato verso una nuova depressione, un nuovo fascismo e il pericolo di una nuova guerra mondiale”. Oggi siamo arrivati a quel punto. Le soluzioni proposte da LaRouche saranno discusse alla conferenza dello Schiller Institute il 10-11 settembre.