Nella prima settimana del suo mandato, l’amministrazione Trump ha ribadito l’intenzione di rinegoziare il North American Free Trade Agreement (NAFTA) che aveva distrutto l’economia fisica di tutti i tre paesi appartenenti (Stati Uniti, Canada e Messico). Ma subito dopo ha firmato due decreti esecutivi sulla sicurezza dei confini e l’immigrazione che ordinano il completamento di un muro tra Stati Uniti e Messico e la deportazione di massa degli immigranti illegali dagli Stati Uniti.

Questo nonostante il fatto che lo stesso ministro di Trump per la Homeland Security, il Gen. John Kelly, aveva ammonito il 10 gennaio, durante le audizioni per la conferma della sua nomina, che nessun muro fermerà l’immigrazione illegale per via “degli incredibili profitti che arrivano nel nostro paese a causa del consumo di droga.” Negli ultimi anni, da quando era a capo del Comando Meridionale degli Stati Uniti, il Gen. Kelly aveva ribadito più volte che la vera minaccia alla sicurezza nazionale sono gli orrendi livelli di consumo di droga negli Stati Uniti, peggiorati dalla legalizzazione in molti stati, e non certo i bambini o le famiglie che fuggono dalla distruzione delle loro nazioni da parte dei cartelli della droga.

Ironicamente, l’azione più efficace per sgominare i cartelli della droga, e il traffico di essere umani e le reti terroristiche collegati a questi, sarebbe ricostruire il muro di separazione tra banche commerciali e banche d’affari. Come l’EIR ha sottolineato nel libro del 1978 Dope Inc. (Droga SpA), per sgominare il traffico di droga bisogna porre fine al riciclaggio dei proventi della droga nelle megabanche. Se invece si costruisse il tunnel sotto lo stretto di Bering e i collegamenti ad alta velocità tra l’Eurasia ed il continente nord americano, fino all’America Centrale e del Sud, si avrebbe una politica di sviluppo vincente per tutte le nazioni delle Americhe.

Altrimenti, abolire il trattato NAFTA senza una svolta verso una politica economica produttiva in Messico e negli Stati Uniti rischia di far saltare entrambi i paesi, per via dei modelli commerciali degradati imposti dagli interessi di Wall Street e della City di Londra. Negli anni Ottanta il Messico era autosufficiente all’80% per il cibo, con l’intento di arrivare al 100% di autosufficienza, ma col NAFTA questa percentuale si è ridotta al 50%. Al contempo, dovendo dipendere dall’importazione di grano, fagioli e granturco, il Messico è stato trasformato in una fonte di esportazioni a basso costo di frutta e verdura, mettendo in difficoltà migliaia di aziende agricole americane.

Da decenni Lyndon LaRouche sottolinea tre aree chiave per un “approccio politicamente praticabile” nei rapporti tra Stati Uniti e Messico: a) l’espansione della generazione e distribuzione integrata di energia; b) la gestione idrica su vasta scala; e c) lo sviluppo di reti ferroviarie est-ovest e nord-sud modernizzate (nella foto, Helga Zepp-LaRouche e il Presidente messicano Lopez Portillo durante l’incontro ufficiale con Lyndon ed Helga LaRouche a Città del Messico nel 1982).